Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc 5, 1-20)
Siamo tuti colpiti da quanta cattiveria, malvagità, terrore e pervasività del male c’è nella nostra vita: andiamo sempre alla ricerca prima di tutto di una difesa, di una coscienza che ci aiuti a difenderci dal male perché porta sempre sofferenza, distruzione, discordia, disperazione … e la nostra esperienza di fede che ci dice?
Gesù come si pone di fronte al male, alla cattiveria che si sviluppa nell’umanità? Nella sua vita di nazareno, di uomo tra gli uomini, si incontra con tanti mali che ci sono nel mondo: quando si sposta per la Palestina, si leva un tam tam tra i disperati, i malati, i poveri e gli impoveriti, i paralizzati e i ciechi, gli stessi ricchi oppressori che dubitano della bontà delle loro ricchezze, che hanno accumulato rubando … ma un’altra categoria di persone sono gli “indemoniati” e un giorno, in una zona di gente non legata alla religione ebraica – pagana si diceva allora – si incontra con un indemoniato, descritto come un energumeno, indomabile, frequentatore di cimiteri, che urlava continuamente e si percuoteva con le pietre.
Come tutti gli indemoniati che incontrerà Gesù, anche questo lo riconosce come figlio di Dio e lo supplica di non tormentarlo … Gesù lo vuol far tacere.
Chi ha pratica di queste realtà – qualcosa un vescovo sicuramente conosce – sa che la persona è “spossessata” dalla presenza del demonio, che parla in lei, lo possiede in tutti i sensi, togliendogli libertà, coscienza di sé, capacità di controllo … e Gesù immediatamente gli ordina: “Esci spirito immondo da quest’uomo”: non parla con questo abitante di Gerasa, ma con chi possiede la sua povera umanità!
Gesù gli chiede anche il nome, altro elemento che qualifica la potenza di Gesù, perchè conoscere il nome per la cultura del tempo era molto più di un passaporto o di una carta di identità o di una casella giudiziaria, che sono i nostri elementi di controllo, ma era un potere sulla realtà nominata: il demonio, che si di dichiara “legione”, cioè un insieme di demoni, e viene vinto e tutti cacciati fuori da quell’umanità, da quel geraseno, in un branco di porci.
Fuga della gente, impressionata dalla potenza di Gesù e l’indemoniato, ritornato nella sua identità, che gli era stata violentata, tranquillo, ben vestito e dialogante, tanto che vuol restare con Gesù.
Il demonio esiste davvero! La forza di Gesù che abita in ogni cristiano lo può vincere!
Non dobbiamo però pensare che chi si comporta male, il malvagio, l’assassino, il ricco predatore di beni sia “posseduto” dal demonio: ognuno ha la responsabilità delle sue scelte, ma è giusto che sappiamo che esistono anche queste persone “possedute”, che vengono private della loro volontà.
La chiesa ha delle preghiere apposite per vincere il demonio, che si chiamano esorcismi, solo che la presenza del demonio non è sempre così eclatante e si manifesta nelle nostre vite con le tentazioni, che possiamo tutti vincere con l’aiuto di Dio, con la sua Parola, la preghiera, una coscienza ben formata, e un controllo fatto anche di digiuni, per allenarci a controllare anche la nostra corporeità.
L’indemoniato liberato viene invitato alla fine da Gesù a testimoniare la sua liberazione a tutti, per dire che il demonio non è invincibile: non ci serve fatalismo, ma nemmeno troppa approssimazione, con le malattie spirituali, e grande rispetto e amore per chi ne soffre, oltre il sensazionalismo da film, ma nella preghiera costante.
1 Febbraio 2021
+Domenico