Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 2, 22-40)
Che cosa ci aspettiamo dalla vita? Perché viviamo? Quei quattro sogni che abbiamo nel cassetto riusciremo a realizzarli? La nostra vita è una continua ricerca che ci lascia sempre insoddisfatti … o c’è un momento in cui possiamo dire di aver raggiunto con soddisfazione ciò che cercavamo?
C’è un uomo, carico di anni, saggio, con occhio da sentinella, che sta aspettando da sempre nella sua lunga vita non qualcosa, ma qualcuno: è Simeone … nella sua lunga esistenza non ha mai smesso di aspettare … “Il Signore è fedele alle sue promesse, la sua parola è per sempre. Ci ha promesso un Salvatore e ce lo darà. Se è Dio non ci può abbandonare”.
Quanti suoi amici gli avevano detto: “ecco Simeone, il vecchio sognatore, che non smette di giocare all’adolescente! Ma dove è il tuo Dio se i pagani, i romani, ci opprimono e bestemmiano ogni giorno il suo nome con i loro riti peccaminosi?”
Quel giorno invece nel tempio appare un bambino portato dai suoi genitori: è povero, perchè si fa “riscattare” da due piccioni, ma è la promessa di Dio.
Maria e Giuseppe restano meravigliati delle esclamazioni di questo vecchio Simeone: “ora Signore muoio in pace perché l’attesa della mia vita è compiuta. È arrivata quella luce a lungo sognata per dissipare le nostre tenebre.”
Lui non aspettava di aumentare i suoi guadagni, ma solo di cambiare la sua attesa in presenza, il suo cercare in un trovare: si avverava una speranza nel vedere Gesù, non ne registrava un possesso; si apriva a un dono, non si stringeva al petto un oggetto.
Il suo secondo sguardo è a Maria, la mamma, che si sente dire che una spada le trafiggerà l’anima: detta da un anziano non è una cattiveria, ma l’avvertenza di prepararsi alla prova che ogni vita di genitori si deve aspettare e che non sarà mai senza speranza.
Quanto bisogno c’è che nella nostra esistenza ci siano anziani che non si divertono a scoraggiare i giovani con i loro lamenti: Dio non voglia rovinarli con le loro passioni, ma che siano capaci di tenere sempre viva la speranza! Di incoraggiare ad attendere, di tenere sempre fermo lo sguardo su un futuro diverso come Dio ci ha promesso e manterrà!
Oggi è una festa che vede al centro della nostra preghiera i religiosi e le religiose, adulti, giovani e ragazze che vogliono dedicare la vita al Vangelo, al regno di Dio.
E’ necessario uno sforzo continuo di vita dedicata, di preghiera incessante, di gesti di fede, di amore a tutti: i giovani devono sentire che ci sono persone innamorate di Dio, instancabili nell’intercessione, capaci di vivere stili di vita povera e sobria, disincantati dalle cose e dal denaro, che si dedicano a loro e a tutti, che escono dai loro calcoli e li orientano alla sorgente della vita, al Signore della vita.
Stiamo vivendo un tempo di grande difficoltà sanitaria ed economica: molta gente perde la speranza, fa fatica a ritornare povera, a riabituarsi all’indigenza, a cambiare stile … abbiamo bisogno tutti di riscoprire il dono della solidarietà attraverso la nostra stessa solidarietà, ha bisogno soprattutto della nostra compagnia, di pregare con noi per trovare fiducia in Dio, in se stessi e nella propria umanità che ha sempre da Dio risorse per superare le difficoltà della vita.
C’è sempre una spada che trapassa l’anima, ma c’è sempre Dio che ne ferma il dolore e lo cambia in speranza.
2 Febbraio 2021
+Domenico
+Domenico