La fede non ha bisogno di cose meravigliose per cambiare la vita

Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc 6, 1-6)

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Il nostro rapporto con il Signore è sempre qualcosa che ci stupisce: noi ci facciamo una idea di Dio, della religione, della vita cristiana … che purtroppo ha sempre bisogno di qualcosa di straordinario, di sorprendente, di diverso da quello che siamo noi e la nostra ricerca non riesce mai a trovare colui che cerchiamo.

Lo è stato anche e soprattutto per i compaesani di Gesù, i quali anziché “avvantaggiarsi” di avere Gesù tra le proprie case, le proprie amicizie, i propri lavori, nella stessa sinagoga dove vanno a pregare ogni sabato … si “scandalizzano”, cioè diventa per loro un inciampo insormontabile: evidentemente non possono non credere che Gesù ha delle qualità “particolari”, hanno sentito e forse anche visto quello che Gesù sta facendo in giro nei paesi vicini sulle rive del lago, presso il quale molti di loro vanno a lavorare e a commerciare, ma per loro l’inciampo più grosso e insormontabile è che il messia che stanno aspettando, la parola decisiva della loro fede, l’azione liberatrice di Dio dell’umanità decaduta nel peccato – questo in sinagoga l’avevano sentito e imparato da sempre – che questa persona, che questo messia sia proprio quel Gesù che tutti conoscono, il loro compagno di scuola, di apprendistato per diventare falegname.

E’ lo scandalo della parola fatta carne, cioè della rivelazione di Dio in un pezzo di storia umile e simile a quella di loro tutti: Dio incontra l’uomo solo in Lui e l’uomo incontra Dio attraverso e in questo giovanotto, bravo, ma sempre uno di noi.

Un uomo rivela e grida al mondo incredulo che in lui Dio parla e agisce in maniera decisiva per sempre e per tutta l’umanità … ma perché proprio lui? perché un giudeo, perché proprio una persona normale, che si può toccare, e, vedremo più avanti nella vita di questo nazzareno, che si può addirittura ammazzare crocifiggendolo!?

Non è stata una passeggiata per il figlio di Dio, l’aver condiviso la nostra umanità: comprendiamo ancora di più come senza la croce sarebbe stata davvero un’altra incarnazione.

Credo che ci rendiamo conto della sfida che nostro Signore, Dio Padre e creatore, lancia a tutta l’umanità, a noi stessi, a tutte le intelligenze e le persone che vivevano, vivono e vivranno su questa terra: questo giovanotto è la parola ultima e definitiva di Dio all’umanità!

Noi siamo chiamati a mettere da parte i nostri criteri, i nostri standard mondiali: la carne, il sangue, la patria, il buon senso, l’intelligenza non superano lo scandalo della parola fatta carne.

Il nostro Natale salta: tutta la nostra fede cristiana passa da qui!

Dio si rivela in questo brano di storia. E noi siamo felici di avere un compagno di strada, di vita, di dolore e di gioia, di difficoltà e di pace, in Gesù … ed essere cristiani è una gioia immensa: è la vera felicità.

Sempre per la concretezza della nostra umanità credente … oggi è la festa di san Biagio cui raccomandiamo sempre oltre che l’imitazione di questo santo vescovo, il benessere della nostra gola, delle vie respiratorie.

3 Marzo 2021
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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