Adulti … che “rubano” la vita ai giovani

Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc 6,14-29)

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Non una volta sola nel percorso di fede e di crescita, di conversione e di testimonianza che ci propone l’anno liturgico, il Vangelo distribuito lungo tutto un anno in cui stendiamo la nostra vita, viviamo i nostri sogni, non una volta sola – dicevo – ci viene presentato san Giovanni Battista: un martire provocato da un ballo, tanto la vita può essere distrutta, misconosciuta e buttata, ma non certo il suo significato, la sua intensità, la sua esemplarità e il suo destino in Dio.

La sua missione di dito puntato verso Gesù l’ha terminata col sangue.

Giovanni Battista era stato severo con se stesso, con la religione del tempio, con chi lo voleva seguire nel deserto … là diceva “Dio non è un bene di consumo; che ne avete fatto? È un vento che spazza via la pula dall’aia delle nostre esistenze superficiali, è una scure che taglia di netto alla radice. La gente è stanca di riti morti, di assolutizzazioni cultuali, di commercio di cose di Dio. Chi ha ingessato il Signore? Chi tenta continuamente di farlo prigioniero?” … e lui faceva rinascere speranza: strappava la gente dal torpore dei “supermercati del sacro”, dal chiasso dei propri affari meschini.

Avete in cuore una profonda sete di Dio, sentite urgere dentro una aspirazione insopprimibile e la spegnete con la droga, con l’ecstasi, con i compromessi? Avete una sete insaziabile di pace e la cercate con armi e tritolo? Sentite desiderio di interiorità e sperate di trovarla nei talk show?

Giovanni non aveva mezze misure: “Avete desideri di affetto pulito e profondo e vi prendete i mariti o le mogli degli altri?”

Poi è venuto Gesù: non credeva ai suoi occhi – il battista – e ha ceduto il passo.

Incrocia la vita di Giovanni, una ragazzina, bella, agile, elegante, armoniosa: vuole sfondare con la sua bellezza e la sua leggiadria; si allena e finalmente arriva la sua grande occasione: non è il solito compleanno con la torta, oggi c’è tutto il governo, i notabili … e danza, se la mangiano tutti con gli occhi.

Erode stravede, i giovani sono sempre sorprendenti, ti incantano, meritano tutto: la metà del mio regno è tua. La ragazza è saggia, i complimenti non le danno alla testa. La sua danza è una sfida con se stessa, non con gli adulti; sa di aver bisogno di tutti per crescere, per decidere e va da sua madre … “Mamma è il momento più bello della mia vita. Ti ricordi quanti allenamenti, quante volte volevo smettere e tu mi hai aiutato? Se non ci fossi stata tu starei ancora a divertirmi con l’orsacchiotto di pelouche. Il re è disposto a darmi la luna. Ho un avvenire sicuro, non sono più in casa sua soltanto perchè vuole bene a te. Ho un  posto anch’io”.

Non si sente più una vita da scarto, come capita a tanti giovani, le si è aperta nella vita una strada … non vuoi che sia questa anche l’aspirazione degli adulti che le vogliono bene, di colei cui tra una coccola e l’altra si confida?

E la madre, l’adulta, il “maturo”, quella che vede bene, che calcola, che è navigata nella vita, che le dice? Purtroppo non sa più sognare e cambia i sogni dei giovani in incubi, dice tutto il suo odio per la vita, e per il futuro dei figli: “la testa di Giovanni Battista”, una sentenza che prima di ammazzare Giovanni, distrugge speranza e uccide l’anima di sua figlia che non ha ancora il coraggio di ribellarsi, è ancora soffocata dall’affetto predatore di sua madre, dell’adulto senza scrupoli.

Occorre sempre avere la vista più lunga dei sentimenti.

5 Febbraio 2021
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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