Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc 7, 31-37)
La vita dell’uomo è accoglienza e dono, è un continuo saper ricevere e riuscire a donare: se ne togli la prima non riesci a vivere la seconda. Se non riesci a sentire, ad ascoltare non impari a parlare; se non ti apri ad accogliere e ospitare, a lasciarti provocare non riesci a donare … riesci forse a importi, a “comperare” coi tuoi gesti, a creare dipendenza, ma non certo a donare.
È così soprattutto nel campo della fede: solo Gesù può spezzare le nostre resistenze, renderci capaci di ascoltare una Parola che non è la nostra, ma la Sua, e così renderci capaci di lodarlo.
“Apriti!” è il comando perentorio che Gesù dice a quel sordomuto che incontra in una zona dell’antica Palestina abitata da pagani, da gente che non veniva dalla tradizione ebraica, disprezzata, o per lo meno ritenuta perduta e abbandonata da Dio.
“Effatà, apriti!” sono le parole che si sente dire ogni bambino che viene battezzato: ti si apre una nuova vita, hai bisogno di costruirla ascoltando una Parola che non produci tu, ma che ti dona Dio, e hai bisogno di far sgorgare dal cuore una parola di lode che ti libera e ti permetta di offrire a Dio e a tutti il dono che sei.
“Apriti!” … vorremmo che Gesù ci dicesse quando sbattiamo la porta del bagno per non sentire più nessuno per la rabbia che ci monta dentro, quando stiamo in casa con lui o con lei per anni, muti su tutto ciò che passa nella nostra vita, quando non siamo capaci di ascoltare le invocazioni di compagnia, di perdono, di disperazione che ci circondano.
“Apriti!” … vorremmo che Gesù ci dicesse quando sepolti in alcuni abitudini che ci rendono schiavi di noi, di qualche vizio assurdo, ma sempre padroni della nostra libertà, aspiriamo a una parola di liberazione.
“Apriti!” … vorremmo che Gesù ci dicesse per sciogliere la nostra vita in dono e soprattutto per cambiare la nostra fede da esteriorità, perbenismo, facciata, in coscienza, adesione del cuore, desiderio di fare del bene a tutti; abbiamo più bontà in noi di quanto pensiamo, basta lasciarla sgorgare.
“Apriti!” … dice Gesù alla nostra fede, abbi il coraggio di stupirti ancora. La tua vita non è incarcerata in una nazione e tanto meno in una religione. Ogni legame con Dio – così significa il termine religione – con il Dio di Gesù Cristo è apertura agli altri, è meraviglia per quello che il Signore può fare di chi gli si affida senza riserve.
Apriti all’accoglienza: non solo ne guadagnerà la società sempre troppo chiusa, ma la tua stessa vita, che si può cambiare in dono e non irretirsi in uno sterile possesso.
12 Febbraio 2021
+Domenico