Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 18, 21-35) dal Vangelo del giorno (Mt 18. 21-22) nel Martedì della terza settimana di quaresima
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
La vita ha tutti i suoi tempi: ci sono i tempi del riposo, dell’incontro con le persone, del lavoro, delle faccende famigliari; ci sono i tempi dell’amicizia, degli affetti, dei colloqui, della sopportazione.
Ecco quest’ ultimo si sta sempre più restringendo: aumenta il tempo dello shopping, dello stare a guardare la TV , dello smanettare in Internet, del fare notte al pub, dello stare in piazza senza dire niente (la pandemia questo ce l’ha un pò cancellato!), del talk show, che proprio è più un vedere che un comunicare, uno spettacolo più che un aiuto a pensare. Diminuisce enormemente il tempo del perdonarsi, dell’accettarsi, dell’ascolto, dell’accoglienza, della pazienza …
Forse anche l’apostolo Pietro si vedeva restringere sempre più questi tempi di gratuità: ne avvertiva la sconvenienza, ma voleva essere rassicurato … “Gesù, non ti sembra che quando è troppo, è troppo! Io perdono, sto zitto, ho imparato nella vita a non reagire troppo in fretta per non offendere, sto ad ascoltare ore e ore, non mi manca la capacità di attutire, di stemperare, ma qualche volta non se ne può proprio più! Soprattutto quando ti offendono senza motivo, diventano petulanti e ti fanno del male, ti fanno sentire uno straccio; hanno pretesa di giustificare tutte le storture che compiono nella loro vita; sono insolenti, violenti e sporchi. Vorrebbero sporcare anche me. Non ti sembra che bisogna dire basta prima o poi, anzi che forse tu con la tua bontà li stai coccolando troppo, hai sempre una parola buona da dire. Non ti sembra che ne approfittino. A sette volte io ci arrivo, vuol dire che non mi faccio rincrescere nessuna pazienza. Ma bisogna dare un taglio. Il perdono che è? Un incitamento a delinquere!?”
E Gesù, candidamente, moltiplica a Pietro il tempo della perfezione giudaica: sette è un numero che indica pienezza? Per il perdono non c’è mai pienezza che tenga: Dio è spropositato nel suo perdono, è settanta volte sette: è il numero perfetto oltre ogni paragone e limite.
“Il mio cuore è una speranza vera per tutti e per sempre: a te Pietro che avrai le chiavi del perdono nella chiesa, dico che il perdono non è cosa da contare come i soldi, ma è uno stile di vita, una strada definitiva, che una volta imboccata, non permette ritorni.”
Per questo è una speranza certa.
9 Marzo 2021
+Domenico