Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 17-18) dal Vangelo del giorno (Mt 5, 17-19) nel Mercoledì della terza settimana di quaresima
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto».
Siamo in tempi di grandi cambiamenti, ancora più destabilizzanti perché avvengono in fretta: noi adulti facciamo fatica ad adattarci! Ieri i nostri genitori ci facevano da maestri per tutte le cose della vita, oggi con i giovani dobbiamo farci insegnare tutto: a scrivere gli sms sul cellulare, a usare il computer, a leggere Internet, a fare la spesa più conveniente, a impostare la stessa azienda … “Ma papà … non si fa più così oggi! Sei fermo ancora al secolo scorso” … è vero, anche se è appena passato da pochi anni.
Quello però che ci mette più in difficoltà è questa “liquidazione” del passato, questo continuo orientarsi al moderno quasi fosse per natura sua sempre più adatto, più bello, più vero … perché è “di oggi”.
Gesù vive in tempi di grandi cambiamenti, di assoluta novità: è Lui che la provoca, è Lui che continuamente annuncia la buona notizia, la novità assoluta, la presenza di Dio nel mondo nella sua persona.
Lui è il nuovo per eccellenza e spinge gli uomini a cambiare tutto, a fare nuove tutte le cose, a non vivere di “pezze” come sempre ci si accontenta di fare … ma … una cosa chiara dice Gesù: il nuovo che lui porta non è trascurare quello che Dio da sempre ha scritto nel cuore degli uomini, non è liquidare il passato con il suo bagaglio di esperienze necessarie per capire il futuro: Lui non disprezza nessuno dei comandamenti che Dio, nella sua delicatissima pedagogia, ha voluto come tappe di un cammino di crescita per il suo popolo … si mette nella stessa linea e la porta a compimento.
I figli portano a compimento ciò che i genitori hanno iniziato, lo volgono al bene come appare alle loro nuove esperienze, ma non disprezzano il passato, le tradizioni: sanno andare in profondità a cercare le ragioni che hanno dato calore a quei comportamenti che oggi nella loro attuazione “sembrano” superati.
Il mondo va avanti così: il presente è la necessaria elaborazione del passato per creare un vero futuro, è il discernimento di tutte le energie, di tutti i doni che Dio ha fatto crescere nella storia per far crescere il suo Regno … e la speranza è proprio basata sulla certezza che Dio sta sotto questa continuità e la fa crescere verso nuove mete.
A noi apprezzarle, farne tesoro, e non buttarle mai.
10 Marzo 2021
+Domenico