Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 11, 18-20) dal Vangelo del giorno Lc 11, 14-23) nel Giovedì della terza settimana di quaresima
Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
C’è un vizio sottile … che è sempre quello di definire cattivo, nemico, poco di buono … chi non è del nostro parere, chi non riusciamo a inquadrare nei nostri schemi, chi si comporta diversamente da noi: è la voglia di “azzerare”, di non farsi mettere in discussione, alla fine di non voler confrontarsi per crescere, per cercare la verità … riteniamo sempre di avere la verità in tasca!
Gesù opera prodigiosi miracoli, riesce perfino a liberare le persone dal demonio e che dicono i suoi connazionali? “E’ d’accordo coi demoni, sta dalla loro parte, non sta dalla parte del bene, ma ha connivenza col male: se è riuscito a ottenere quel che ha ottenuto chissà che cosa ha pagato, a quali compromessi ha dovuto scendere.”
Non sono disposti a riconoscere in Gesù la bontà, l’originalità di un mondo nuovo che sta nascendo, di un Dio che si mette tra gli uomini a dialogare, a convincere, a liberare … e Gesù invece sta ingaggiando una lotta senza quartiere con il male: non è sceso a compromessi fino dal primo giorno, fin dalle tentazioni del deserto! Satana aveva tentato di accalappiarlo come ben riesce con tutti noi, quando nella nostra debolezza cediamo alle sue lusinghe, a impostare una vita sul potere, sul danaro, sulla superbia, sulla apparenza e non sulla Parola di Dio, sulla debolezza delle nostre stesse esistenze che in Dio diventano risorse.
“Chi non è con me è contro di me.”: occorre decidersi, non possiamo stare sempre a giocare a dadi, quasi ci fosse una decisione casuale o a vedere chi vincerà per collocarci al momento giusto dalla parte del vincitore!
Gesù non è un vincitore di questo tipo: siamo sicuri che vince il male, ma non secondo i nostri schemi di successo. Il suo, quello della croce, forse per la nostra leggerezza e superficialità – perché non lo abbiamo ancora vissuto nella nostra carne – lo riteniamo scontato.
Metterci dalla sua parte significa che siamo disposti a fare tutta la strada di ricerca della verità, di dedizione alla sua causa, di solidarietà con i fratelli, anche soffrendo per camminare totalmente sulle vie del vangelo.
Stare con lui è stare con la speranza fatta persona, è sapere che c’è una meta difficile, ma sicura, impossibile se guardiamo alle nostre forze, ma garantita se gli stiamo col fiato sul collo con la preghiera, e non lo molliamo mai!
11 Marzo 2021
+Domenico