Una riflessione sul Vangelo secondo Giovanni (Gv 10, 33) dal Vangelo del giorno (Gv 10, 31-32) nel Venerdì della V settimana di Quaresima
Gli risposero i Giudei: “Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio”.
Chi ci ha preceduto – e forse anche noi nella fanciullezza e nella prima adolescenza – è cresciuto con la profonda convinzione di essere fatto a immagine di Dio, come il tu di un Dio personale: Dio è l’essere in cui rispecchiarsi e a cui configurarsi, in cui trovare il senso della vita e della morte, della buona e della cattiva sorte, del presente e del futuro …
Oggi, tuttavia, viviamo un’epoca nella quale l’uomo non crede più alla centralità di Dio nella storia.
Conseguenza? “Rottamato Dio” si è proceduto alla “rottamazione” dell’uomo, dissolto in mille maschere, simulacri, manichini.
Siccome siamo profondamente “religiosi” … la nostra vita è sempre orientata a una sete di Lui … ci inventiamo dei surrogati: i ragazzi che non sentono più parlare di Dio, cadono anche nel satanismo; la gente semplice si cerca le sue magie – di fatto sta aumentando il fatturato dei maghi; l’intellettuale, crede di non fare la fila dalle fattucchiere, ma pone la sua fiducia solo nelle ipotesi scientifiche, che fungono ancor più da ultima spiaggia, destinata a dissolversi ad ogni ricerca più avveduta, anche se la pandemia ci ha tolto un po’ della nostra sicumera; il superficiale sostituisce sempre Dio con le sue “star”.
A questa deriva il popolo di Israele si opponeva in tutti i modi, richiamando sempre l’assoluta unicità di Dio; per questo non sono riusciti a farsi provocare da Gesù, vedevano in Lui un uomo che aveva la sfrontatezza blasfema di mettersi al posto di Dio: Inaudito, Bestemmia, roba da lapidazione … e infatti cercavano ogni modo per lapidarlo: di fronte a questa bestemmia non servivano processi, tanto per loro era delittuosa.
Noi siamo tanto abituati agli idoli che non ci faremmo caso: ogni tanto c’è uno che si fa dio, il denaro per esempio, che diventa il dio della nostra vita, uno o qualcosa cui sacrifichiamo la nostra felicità, la nostra esistenza.
Abbiamo bisogno di ritornare al Dio vero e l’unica strada è Gesù, è il Vangelo, la sua buona notizia; è la sua croce, la sua storia, è la sua vita donata.
Tornare a Dio, significa sperare ancora e essere certi che la vita è ancora nelle sue mani, la nostra come quella del mondo, pure con la nostra pandemia.
26 Marzo 2021
+Domenico