Una riflessione sul Vangelo secondo Giovanni (Gv 11, 47-48) dal Vangelo del giorno (Gv 11, 45-56) nel Sabato della V settimana di Quaresima
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione».
Nel campo di sterminio di Auschwitz un giorno si procede a una decimazione. Devono essere messi a morte dieci prigionieri presi a caso. Capita un padre di famiglia, che piange sconsolato pensando ai suoi figli. Un frate p. Massimiliano chiede di poterlo sostituire e prende il suo posto. Muore per salvare una vita. E’ S. Massimiliano Kolbe.
E’ arrivato a questo gesto non per caso, Aveva alle spalle una vita di generosità, come non sono poche le mamme che preferiscono portare a termine una gravidanza che pensare alla propria salute: Muoiono per dare la vita.
Un giorno assolato, una spiaggia tranquilla, i ragazzi finalmente sono riusciti ad andare al mare, fanno un bagno “divertito”: Un’onda anomala li investe e li sta annegando tutti.
Il prete si fa in quattro e li porta a riva a uno a uno. Lui è un atleta, ha alle spalle tante ore di nuoto e ce la fa. Ma alla fine cade a terra stroncato dalla fatica: è morto per salvare i suoi ragazzi.
Il nostro mondo non è fatto solo di egoisti, ma anche di uomini e donne che sanno fare dell’amore la loro legge!
Gesù, uomo come noi, è dentro questa catena di bontà: è venuto a salvarci, ha condiviso in tutto la nostra vita e non poteva non offrire la sua per la vita di tutti.
Il vangelo di Giovanni narra come lentamente, ma inesorabilmente si sta stringendo il cerchio della morte attorno a Lui: ha toccato più di un nervo scoperto del potere dei sommi sacerdoti che, a pochi giorni dalla grande pasqua intensificano le loro sedute, diurne e notturne, pubbliche e mafiose, per poterlo fermare.
L’ultimo fatto inaudito è la risurrezione di un morto, molto noto, nobile, che abitava alle porte di Gerusalemme, Lazzaro: qualche uomo del potere era pure andato ai funerali, aveva visto sigillare la tomba … ma, inaudito, Gesù è arrivato quando già il cadavere aveva un odore insopportabile e lo ha riportato in vita.
Ma dove andremo a finire? Se Gesù continua così, noi possiamo andare tutti in pensione, ma quello che più conta finisce la nostra religione: occorre fermare questo Gesù, “E’ meglio che uno muoia per la salvezza di tutti.”
Mai profezia fu così precisa, mai odio fu così lucido nel decidere una strategia di sopravvivenza … e l’hanno fatto fuori, credendo di aver risolto il problema.
Ma Gesù ha spuntato con la risurrezione anche queste armi di morte, ed è diventato speranza per tutti noi.
27 Marzo 2021
+Domenico