Non rintocchi di morte … ma semi di vita

Una riflessione sul Vangelo secondo Giovanni (Gv 18, 1) dal Vangelo del giorno (Gv 18, 1-19, 42) nel Venerdì  Santo

Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: “Salve, re dei Giudei! ”. E gli davano schiaffi.

Video della riflessione

Ti capita ancora, se abiti in qualche bel paese di campagna o di periferia di città, di sentire ogni tanto dei rintocchi gravi di campana: quel rimbombo lento, talvolta straziante, perché ti ricorda che vai a seppellire un amico, un familiare – Dio non voglia, un figlio – e attorno si fa silenzio; il paese si ferma, la gente si stringe attorno per darti quel poco di solidarietà che può. Si crea quell’atmosfera surreale, ma vera, di bisogno di superare lo smarrimento, che fa parte della nostra vita.

Noi veniamo al mondo a suon di campane di allegria per il battesimo e siamo portati a sepoltura da … questo rintocco di tristezza.

Oggi ci dovrebbe essere sempre il silenzio: ancora in tante fabbriche, in tanti studi commerciali, in tanti luoghi istituzionali, si usa fare un momento di silenzio … ricordiamo la morte di Gesù: possiamo essere credenti o no, ma tutti possiamo ricordare chi ha dato una svolta decisiva alla storia del mondo.

Oggi per Lui c’è silenzio forse,  non rintocco di campane: non è morto come tutti e non è ricordato cadavere.

Vogliamo risentirci per l’ennesima volta la sua passione, la vogliamo vedere rappresentata, noi stessi ci mettiamo ad assumere una parte in questa storia: c’è chi fa Giuda e rappresenta tutti i nostri tradimenti, chi fa Maria e rappresenta tutte le nostre mamme che soffrono per la morte dei figli, chi fa il soldato o la canaglia che rappresenta le nostre violenze quotidiane, chi fa il traditore lo fa per dare un volto a tutti i tradimenti della vita e della storia: lì tutti andiamo a farci rappresentare, per farci giudicare; è una catarsi necessaria, non è una fiction, lì ci andiamo con il cuore pentito, almeno una volta nella vita.

Chissà che proprio a questi sentimenti di stasera sia legata la nostra felicità definitiva, quella vera: i sentimenti sono passeggeri, ma se hanno sotto un cuore che ama, sono tappe di vita nuova.

Andiamo sotto quella croce a farci nascere speranza; perché quello che vediamo piagato e disprezzato non resta cadavere, ma trionfa sulla morte e dona vita piena; quella croce è segno di speranza e sconfigge ogni altra croce della nostra vita e ogni violenza che rappresenta.

2 Aprile 2021
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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