Una riflessione sulla Grande Veglia Pasquale 2021 (dal Vangelo secondo Matteo, capitolo 28, versetti 1-9)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario che era stato sul suo capo non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Stasera ci viene chiesta la fede: non possiamo appendere nelle scuole o negli edifici pubblici il risorto, ci vuole un atto di fede!
Appendiamo solo un crocifisso, che richiama solo storia e pietà, anche se molti ci negano anche quella.
Stasera facciamo il salto nell’oltre: riconosciamo che l’uomo della debolezza e della croce, l’immagine dei nostri infiniti dolori è il Dio della risurrezione, è il nostro liberatore, è la vita piena e senza fine. Colui che è morto così miseramente senza nessun stoico coraggio è il Figlio di Dio.
L’evangelista Marco nel racconto di questa giornata memorabile (quello sopra riportato, letto nella Veglia di stasera) fa un discorso difficile, perché occorre affidarsi! Occorre avere il coraggio di leggere il terremoto di cui si parla nel Vangelo come definitivo, come quello che ci toglie da ogni disperazione; questo terremoto ci consola, questo terremoto vogliamo chiedere a Dio: è il terremoto della vita che dà inizio alla costruzione di un nuovo mondo.
E’ il cambiamento radicale del nostro modo di pensare, degli stili della nostra esistenza, della speranza oltre ogni paura e dolore. Non è il terremoto che ci fa paura e che ogni tanto colpisce il nostro mondo e soprattutto l’Italia. E’ questo terremoto di Pasqua, il terremoto della vittoria sul male e sulla morte, il terremoto che ha fatto saltare i macigni dalle tombe e dal cuore. “Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all’imboccatura dell’anima che non lascia filtrare l’ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l’altro. E’ il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell’odio, della disperazione, del peccato”
E’ questo terremoto che noi vogliamo augurare a tutti, che imploreremo con forza da Dio per tutti i morti di pandemia anche di questi giorni, dei ragazzi sgozzati, crocifissi perché cristiani.
Ricordo una messa celebrata in una suola per la Pasqua dove ho trovato giovani che a fatica hanno fatto un segno di croce, per non farsi tirare in giro dopo dai compagni: questo spesso è il coraggio delle nostra fede, il nostro coraggio quando siamo nella movida o nelle nostre vite private … la nostra fede per mestiere, il nostro forzato credere per non creare problemi dove siamo … ma Dio è grande e ci dimostra continuamente il suo amore e la sua misericordia.
- Resurrezione è sapere che abbiamo un futuro più grande di ogni nostra attesa, più forte delle nostre miserie, più autentico dei nostri giuramenti.
- Resurrezione è non permetterci in nessuna situazione di dire la parolaccia “ormai” … perché risurrezione significa che c’è sempre più futuro che passato, perché la vita non è la quantità di giorni che ci rimangono, ma la qualità dell’esistenza che viviamo e che si prolungherà senza fine nella braccia di Dio.
- Resurrezione è uno spazio di futuro che ci garantisce da ogni morte definitiva e questo ce lo ha regalato Gesù, il Nazareno, il condannato a morte, sepolto e risuscitato.
Siamo contenti e orgogliosi di offrire le nostre comunità credenti ai nuovi battezzati in ogni parte del mondo; chiederemo loro perdono se il nostro esempio tenterà di affievolire quella gioia che stanotte hanno provato, ma vorremmo essere sempre all’altezza della fede che Dio a loro stanotte ha regalato; la loro giovinezza di fede ci aiuti tutti.
3 Aprile 2021
in occasione della Grande Veglia Pasquale
+Domenico
Ritorna la Pasqua anche se la pandemia non vuol saperne
Ritorna la Pasqua, anche se la primavera ritarda
Ritorna la speranza, anche se il mondo la scambia con una previsione
Ritorna la festa, anche se ce l’hanno “colorata” a tutti
Ritorna la vita, anche se non sei sicuro che ti lascino nascere
Ritorna la pace, anche se in Myanmar è iniziata ora una crudele repressione
Ritorna il sorriso, anche se rischia di contrarsi in una smorfia
Ritorna la felicità, anche se te la spengono con l’inganno
Ritorna l’amore, anche se deve difendersi da mille contraffazioni
Perché ritorna Gesù, il Risorto,
amore, felicità, sorriso, pace, vita, festa, speranza, Pasqua per sempre
E alla pandemia ci pensa anche il vaccino,
ma ci affidiamo prima a Dio
come faceva san Rocco
AUGURI!