Sperava solo di poterlo abbracciare cadavere

Una riflessione sul Vangelo secondo Giovanni (Gv 20, 15-16) dal Vangelo del giorno (Gv 20, 11-18)

Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!».

Il pianto è esperienza comune degli uomini, è commozione, è gioia, è dolore, è sfogo, è spesso anche rabbia e desolazione, è il nostro essere che si libera dai sentimenti forti che prova e che si porta dentro.

Le lacrime sono anche un dono: sono la capacità di vincere la durezza del cuore per farci umani, comprensivi, veri, anche liberi … spesso occorre chiedere la grazia delle lacrime, per offrire a noi stessi la capacità di partecipazione umana a quel che ci capita.

Dice il vangelo, che chi piange dopo la risurrezione di Gesù è una donna, che lo aveva seguito, l’aveva ascoltato, cui deve la serenità ritrovata della sua vita: era stata liberata da sette demoni, da allora aveva ricominciato a vivere libera, serena, socievole … era diventata se stessa, non doveva più soggiacere a potenze maligne che la abitavano e la espropriavano della sia identità, dei suoi sentimenti, delle sue relazioni.

Gesù l’aveva ridonata alla socialità … e lei l’aveva seguito, non l’aveva più abbandonato: l’aveva annunciato a tutti il mattino, aveva ridestato dal torpore e dall’adattamento gli apostoli; quel primo giorno dopo il sabato era stata lei a ridare speranza a tutti!

“Là il corpo non c’è più!” … nella sua semplicità pensava solo di poterlo abbracciare cadavere, non era ancora riuscita a entrare nel mistero vero di Gesù, che le aveva cacciato i demoni. Sapeva che era molto di più: aveva detto che Lui era il vivente, il signore della storia e non poteva adattarsi ad essere prigioniero di un cadavere.

Da qui il pianto sconsolato, ma anche il bellissimo dialogo con Gesù. Si sente chiamare con il suo nome: Maria.

Quanto ti fa piacere sentirti chiamare per nome, sapere che qualcuno ti conosce, ti parla, ti tira  fuori dalla tua solitudine, ti significa col tono della voce che ti desidera, ti ama, ti vuole bene … e Maria Maddalena, sentendosi chiamare … non può non ritrovare in quella voce il suo maestro.

“Rabbunì, tu mi hai insegnato di nuovo a vivere, io sono ancora qui, ti pensavo perso per sempre, perchè non ti avevo creduto: ora so che sei tutta la mia vita non solo quella passata, ma anche la vita futura, soprattutto quella che oggi mi doni e che annuncerò a tutti” … e la Maddalena divenne per tutti noi l’annuncio che Dio in Gesù risorto non ci abbandona mai.

6 Aprile 2021
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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