Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 24, 39) dal Vangelo del giorno (Lc 24, 35-48)
Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho»
L’esperienza tragica della morte è nostro pane quotidiano: giustament …e la nascondiamo perché vogliamo vivere, perché la vita dell’umanità è più forte delle morti che la ridefiniscono continuamente … ma, non è nascondendola che la possiamo vincere, è guardandola nella vicenda di Gesù.
I giorni dopo la Pasqua sono molto concitati: i discepoli si vedono ripopolare i loro momenti privati o comunitari, a Gerusalemme o in Galilea, dalla presenza del risorto; Lui si dà a vedere, si presenta inaspettato, torna a “fare compagnia”, soprattutto li vuol aiutare a sperimentarlo in questa nuova vita che ha conquistato.
E’ Lui, Gesù, il crocifisso, risorto, Lui con la bellezza del suo volto: Visto così dopo quegli spasimi, quella devastazione è ancora più bello! Non è un fantasma, non è una presenza da X-files, non è una apparizione evanescente, è Lui! Non solo, ma qualcosa di più, non di diverso: non è un altro, ma Lui ancora in una vita piena, definitiva, nuova, il punto più alto cui la nostra umanità è stata chiamata ad essere.
Non è un morto ritornato in vita, che ha spostato la data della morte: su di lui la morte non può più niente, è sconfitta, è una nuova creazione, la nuova umanità della categoria d’ora in poi definitiva, insuperabile, senza concorrenza: la categoria del risorto a vita piena; per questo torna a mangiare con loro, presenta loro i segni della passione.
Quel corpo su cui tutti credevano di aver detto l’ultima parola, di aver scatenato tutto il male che potevano, ora è glorioso: Dio sa non solo ricostruire la sua immagine e la sua corporeità, ma la rende nuova e definitiva, per tutti noi.
La risurrezione non è soprattutto un fatto di cui meravigliarsi, perché superiore alle nostre possibilità o alla nostra fantasia, ma diventa il punto di arrivo di tutti noi.
C’è un mondo “altro” che bisogna lentamente creare, in cui in maniera impensata occorre traghettare ogni vita donata da Dio; ebbene il giorno della Risurrezione questa nuova vita ha fatto il suo ingresso nel mondo e ha trascinato con sé tutti gli uomini.
Dio non ci aveva creati e buttati a caso nel mondo, ma ci aveva predestinati a questo, perché Lui non ci abbandona mai.
8 Aprile 2021
+Domenico