Una apprensione che sfocia in gioia

Una riflessione sul Vangelo del giorno (Gv 16, 23b-28)

«In quel giorno non mi domanderete più nulla. In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose vi ho dette in similitudini; ma verrà l’ora in cui non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre».

Si coglie anche con estrema semplicità nell’aria quando sta cambiando nella vita propria o nella vita di una comunità o di una città … il contesto, lo scorrere dei giorni, una situazione di serenità raggiunta anche a fatica in cui ci si è abituati a scambiare pensieri, affetti, amore, modi di pensare, collaborazioni, intese, sacrifici e peneche … cambia: è la partenza anche dolorosa, ma sempre carica di speranza, di un figlio o una figlia che si sposa, è la dolorosa morte di un congiunto, è il venir meno di una persona che ha fatto da riferimento indiscusso, che ha portato grandi novità e bontà a tanti.

Ricordiamo tutti la morte di Papa Giovanni 23mo: in quel caldo giugno di tantissimi anni fa, di San Paolo VI nel pesante agosto di un anno triste di morti violente per le brigate rosse, che hanno avvelenato i suoi ultimi giorni pur pieni di grande serenità e speranza, di papa Giovanni Paolo II in quell’aprile non troppo lontano.

Ciascuno ha nella sua vita la tensione di attese di grandi cambiamenti imminenti.

La comunità degli apostoli così viveva l’imminente partenza di Gesù, la conclusione della sua presenza tra gli apostoli … e Gesù dice che ritorna al Padre: è una partenza che può solo creare gioia perché si compie la sua missione! La sua è una conclusione di una vita regalata in maniera unica, non è un fallimento.

Diversa era la tremenda situazione della sua morte che aveva lasciato gli apostoli nella più nera disperazione, difficile a risalire anche con tutta la paziente presenza di Gesù risorto in mezzo a loro.

Finiva il suo cammino sulla terra e iniziava quello della Chiesa: questa vita della Chiesa iniziava con il dono della preghiera, di un dialogo assolutamente ascoltato con amore dal Padre, con la presenza di una parola chiara e avvincente, “vi parlerò apertamente”: si tratta di una gioia piena, senza ombre di disperazione che si allungano sulla quotidianità, perché può contare sulla sua presenza nel corpo e nel sangue dell’Eucaristia, soprattutto sulla presenza dello Spirito Santo.

E’ la gioia che nasce dalla certezza di una salvezza donata senza rimpianti, è una gioia immeritata e che non sta nelle mani dell’uomo, ma di Dio.

“Nessuno ve la potrà togliere.”

A noi allora è richiesto solo di amare Gesù e credere in Lui, è richiesto di accogliere, che è diverso da un impossibile meritare.

“Il padre stesso vi ama, perché a me volete un bene assoluto, senza riserve, con tutta la vostra nuova vita e la vostra passione .. e io vi manderò lo Spirito Santo” … e noi in questi giorni preghiamo sempre dicendo “Vieni Spirito Santo!”

15 Maggio 2021
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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