La conclusione della missione di Gesù nella sua Incarnazione e la continuità dello Spirito Santo

Una riflessione esegetica sul Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,4b-15)

Lettura del Vangelo secondo Giovanni

4 Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato. Non ve le ho dette dal principio, perché ero con voi.
5 Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: Dove vai? 6 Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore. 7 Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. 8 E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. 9 Quanto al peccato, perché non credono in me; 10 quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più; 11 quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato. 12 Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13 Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. 14 Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà. 15 Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l’annunzierà.

Audio della riflessione esegetica

La festa dell’Ascensione di Gesù al cielo ci permette oggi di guardare alla vicenda di Gesù in termini più completi.

Noi siamo abituati a pensare alle azioni di Dio con i nostri modi di procedere, i nostri tempi, le nostre tappe, quasi che Dio debba comportarsi alla maniera umana. Finchè Gesù visse sulla terra come Figlio di Dio che ha assunto la nostra condizione umana, la divinità di Gesù si è espressa seguendo le leggi, i tempi, la maturazione progressiva dell’umanità. Infatti dice il vangelo che Gesù cresceva in età, sapienza e grazia. Ha avuto bisogno di san Giuseppe e di Maria per costruirsi come uomo, come ebreo, come persona, appartenente a un popolo, con tradizioni, riti, modi di vivere. I discepoli hanno sempre fatto questa esperienza con Gesù e dopo la sua morte pensavano che la persona di Gesù fosse finita in maniera così ingloriosa e marcatamente di fallimento. La risurrezione di Gesù che tutti loro hanno sperimentato, e Tommaso per ultimo, li aveva sicuramente rincuorati: non era stata la morte così ignominiosa l’ultima parola detta sua di lui.  Leggendo gli evangeli vediamo come gli apostoli e i seguaci di Gesù, prima di capire il significato della risurrezione ce ne hanno messo di tempo e di conversione del loro modo di pensare a Gesù Risorto. Sicuramente hanno pensato che Gesù fosse tornato a vivere la stessa vita di prima. Interessante al riguardo il comportamento della Maddalena, che, preoccupata di più del suo corpo martoriato e cadavere che era scomparso dalla tomba, quando lo ha visto risorto pensava a un ritorno di Gesù alla vita come era stato Lazzaro dopo il miracolo che Gesù aveva compiuto sul suo cadavere. La Risurrezione di Gesù invece è stata un fatto completamente diverso dallo spostamento della data di una morte, come sarebbe avvenuta normalmente per Lazzaro a suo tempo; la risurrezione invece era una nuova creazione, una vita nuova che esaltando la stessa persona di prima e la sua vita la collocava nella vita di Dio, fuori dal tempo, fuori dalla successione dei giorni, fuori dalla provvisorietà e del conseguimento di ogni realtà dentro tappe che sicuramente stanno nella nostra esistenza terrena. Questi, se volete, possono sembrare ragionamenti un poco astratti, ma ci aiutano a capire che con la risurrezione di Gesù si è avverata anche la sua collocazione (detto in forma umana) nella vita di Dio. Per Gesù: Risurrezione, Ascensione e invio dello Spirito Santo sono stati fatti avvenuti nello stesso istante. Per noi averli visti narrati nel vangelo in date diverse  è stato necessario per gustare, capire, vivere questa nuova vita di Gesù entro la nostra struttura umana, ma il Signore non è legato ai nostri tempi, anche se ha a che fare con la nostra umanità che ha bisogno di tempi e di esperienze per capire il piano di Dio.

Se la Risurrezione fosse stata compresa dagli apostoli come una continuazione della vita di prima, come avrebbe fatto Gesù a far capire che Lui era venuto per annunciare la buona notizia della salvezza a tutto il genere umano e non solo agli ebrei della Palestina? Il loro attaccamento al maestro è ancora superficiale: il destino di Gesù è la salvezza del mondo e Lui non appartiene solo ai discepoli, ma a tutti gli uomini. Il vero Gesù, Figlio di Dio non è quello secondo la carne, ma quello secondo lo Spirito, di cui continuamente parlava; è necessario che io vada e dopo vi manderò lo Spirito. Invece di essere tristi dovevano aprirsi a questa grande novità e nuova presenza dello Spirito Santo. Il suo andarsene secondo la carne è perché si spezzino tutti i limiti della sua presenza, perché cioè abbia inizio la missione del suo  Spirito, che varcando i confini di Israele avrebbe parlato tutte le lingue e riempito la terra. Non è una questione psicologica, ma reale e oggettiva, un passaggio dal Gesù storico, visto, ascoltato, palpato al Cristo della fede, cui Gesù aveva da sempre orientato i suoi ascoltatori. Gesù con la sua morte non se ne va, ma viene e viene fino alla fine dei tempi. Le apparizioni pasquali sono già questa venuta del Cristo. Infatti la croce ha un doppio valore, che è questo:

  • secondo la carne essa è passione, sofferenza, morte e scomparsa dal mondo
  • secondo lo spirito è elevazione e presenza perenne del Cristo nella vita e destino degli uomini

Il mistero dello Spirito Santo è lo stesso mistero della presenza perenne del Cristo; Gesù vive in maniera reale nel mondo e vive realmente nella chiesa, suscitata dallo Spirito inviato per la prima volta agli Apostoli.

Nel mondo ci sarà sempre battaglia tra luce e tenebre, tra carne e spirito, ma chi la condurrà sarà lo Spirito Santo, che accuserà il mondo, come dice il vangelo, quanto al peccato, alla giustizia e al diritto. Lo Spirito è chiamato Paraclito, che significa avvocato o meglio pubblico ministero. La storia del mondo non è da vedere solo negli ultimi tempi in termini apocalittici, di grandi sconvolgimenti, ma anche come un processo che sta dentro tutta la storia e va verso una sua conclusione.

Lo Spirito Santo convince che il peccato non l’ha fatto Cristo, ma il mondo che è reo di aver respinto e ucciso Gesù, che era la luce, preferendo a Lui le tenebre. Il peccato del mondo è questo  resistere pervicacemente all’annuncio del vangelo

Lo Spirito Santo ci fa capire che  giustizia autentica, quella vera è questa: quel Gesù, che è stato ucciso è assolutamente innocente e dimostra che questa giustizia si può far gioco di quella umana che lo ha messo in croce, perché con la sua Risurrezione è entrato nella gloria dello stesso Dio Padre.

Lo Spirito Santo ancora ci rivela che il giudizio è quello rivelato dalla croce. Satana, principe di questo mondo è già stato giudicato; lui sembra forte e sicuro di sé, ma è sotto la potente mano di Dio e la sua potenza è inefficace.

Dentro questo processo contro lo spirito del mondo tutti i discepoli di Gesù non solo godono di una assenza di timori, di una invincibile forza morale, ma conoscendo la vittoria del triplice processo ottenuta dallo Spirito Santo assumono pure una capacità profetica per ogni futuro.

Queste verità non sono frutto della intelligenza o della intuizione umana, non sono proporzionate alla nostre facoltà conoscitive, ma fanno parte del grande disegno che Dio ha sul mondo, sull’umanità, su tutte le potenze anche infernali e che noi conosciamo proprio dallo Spirito Santo, perchè solo Lui scruta le profondità di Dio.

Per cui, (grandezza della vita cristiana!), noi verremo a conoscere il senso recondito della vita umana di Gesù, illuminerà la nostra memoria di Lui, darà ai suoi apostoli una intuizione di maggior conoscenza, adatta a cogliere il senso unificante delle parole e dei fatti della vita di Gesù e loro lo trasmetteranno a tutte le generazioni a venire. La pienezza della rivelazione di Gesù avverrà solo alla fine dei tempi e noi vi siamo introdotti quasi da profeti dallo Spirito Santo.

Occorrerà tutta la storia del mondo e dell’umanità  perché si sveli pienamente tutto il progetto d’amore di Dio per il creato. Sicuramente possiamo profetizzare che il processo al mondo e al Maligno sarà sempre vinto da Gesù, tramite lo Spirito Santo.

La salvezza di Dio in Gesù raggiungerà tutti i confini della terra, tutta l’umanità, non c’è potenza del male che abbia a prevalere, Gesù proprio dalla croce trionferà come ha già iniziato a fare dal Calvario effondendo lo Spirito. Infatti la più bella descrizione della sua morte non è spirò, ma emise lo Spirito.

E il tempo di Pasqua è tempo di effusione dello Spirito che si compirà a Pentecoste.

16 Maggio 2021
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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