una riflessione sul Vangelo secondo Giovanni (Gv 21, 20-23) dal Vangelo del giorno (Gv 21, 20-25)
“Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?».”
C’è sempre nella vita un qualche commiato che dobbiamo prenderci o dagli amici, o dalla famiglia, comunque sempre da una consuetudine cui ci eravamo abituati e da cui spesso ci siamo sentiti fasciati: è una partenza per scelte definitive di vita come il matrimonio o una vocazione di consacrazione, oppure è una scelta che credi momentanea come quella degli studi e che poi si cambierà in definitiva, è una decisione che ci porta a cambiare luoghi e spazi di condivisione. Tutti abbiamo alle spalle un passato, un arrivederci che si cambia in addio senza ritorno.
Gesù conclude la sua vita terrena e chiama a sé Pietro per caricarlo della responsabilità della chiesa. Gli affida agnelli e pecore, gli domanda di pascerle e governarle, come ha fatto lui, il buon pastore. E dopo domande scottanti gli dice un perentorio seguimi, stai dietro a me, vienimi appresso, non ti staccare da me, non perderti ancora nelle tue debolezze.
A distanza c’è Giovanni, il discepolo più giovane. Ormai tra lui e Pietro si è stabilita una forte condivisione di tutto. Dalla morte di Gesù in poi sono sempre assieme. Assieme corrono al sepolcro, assieme vedono la tomba vuota e credono, assieme sono sulla barca e scorgono Gesù, assieme ora si accomiatano da Gesù. Giovanni a distanza è presente all’investitura del futuro papa e Pietro si preoccupa di lui. Signore, e lui?
Anche lui seguirà Gesù, ma ora le strade si dividono, come sempre nella vita. Ciascuno ha una sua vocazione, un suo compito. Ciascuno nel piano di Dio è scelto a vivere in pienezza la sua vita, ha un suo tracciato, ha la sua responsabilità di risposta. Ciascuno di noi deve essere consapevole che è lui in prima persona che deve decidere e dire il suo sì. Molti ti possono aiutare, ti mettono a disposizione la loro amicizia, ma tocca a te deciderti, e rispondere personalmente alla chiamata. Pietro arriverà a Roma e qui morirà martire, Giovanni vivrà più a lungo, avrà una sua missione, racconterà a tutti del suo amatissimo Gesù col suo quarto vangelo e ci permetterà di scandagliare nel suo cuore, di avere la certezza che il cielo sopra di noi non è vuoto, ma pieno della sua presenza.
22 Maggio 2021
+Domenico