Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 1, 39-46) dal Vangelo del giorno (Lc 1, 39-56)
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore …
C’è una forte intesa tra le donne quando si confidano le loro difficoltà, i loro segreti, le esperienze intime della loro vita, le apprensioni per quello che sta accadendo nella loro corporeità, quando sentono di avere in seno una vita che nasce: non è solo connivenza, diventa subito solidarietà, desiderio di aiuto, condivisione dei pensieri e dei timori, delle cure e delle speranze, sogni di una esistenza diversa, nuova, capace di sconvolgere non solo le proprie vite, ma anche quelle della famiglia, del quartiere o del paese e, perché no, anche del mondo!
Chi si trova in questa situazione è una donna avanzata in età: Elisabetta, di origini nobili, della casta sacerdotale, sposa a un ministro dell’Altissimo, a un fedele servitore del tempio. Aveva aspettato tutta la vita un bambino, l’aveva desiderato tanto come ogni donna che vuol vivere in pienezza la sua vita, ma non le era stata data questa grazia e proprio quando aveva riposto nel cassetto ogni suo sogno si trova a registrare questo fatto sconvolgente, questa gioia incontenibile, questa sorpresa e stupore. Ne nasce però anche il timore: “alla mia età? Che sarà di questo bambino, come nascerà?”
Il marito, il vecchio Zaccaria, era rimasto muto e la confortava con segni e i segni andavano sempre decifrati, capiti, inscritti in un dialogo più grande di loro, nella grande bontà di Dio.
Maria, la madre di Gesù viene a conoscere questa situazione bella e delicata: è Dio attraverso l’arcangelo Gabriele che la coinvolge e decide di portarsi a fianco di Elisabetta per aiutarla a vivere serenamente l’attesa, perché anche lei, Maria, è in attesa, anche lei è stata tirata nel vortice incontenibile della vita divina: è l’incontro tra le due madri è tra le scene più belle della storia umana di tutti i tempi, la giovanissima e l’anziana, il nuovo e il vecchio testamento, il compimento delle promesse e gli ultimi sospiri dell’attesa, la vita di Dio e la vita dell’uomo, l’Ave Maria e il Magnificat.
Sono i due bambini, appena all’inizio della loro vita, che si parlano, che cominciano a sconvolgere il mondo, che esprimono la gioia dell’universo per quello che Dio sta finalmente compiendo.
Una benedizione nasce nella bocca di Elisabetta, un canto di lode in quella di Maria:
“Rallegrati Maria”, dice Elisabetta ….
“L’anima mia esulta nel Signore” dice Maria!
“Benedetto il frutto del tuo grembo, benedetto il figlio di Dio, benedetto il futuro che nasce, dice Elisabetta” …
… “grandi cose ha fatto l’Altissimo”, canta Maria, e noi ne diamo a tutti testimonianza. Dio è grande, Dio è forte, Dio è la pienezza della nostra vita.
31 Maggio 2021
+Domenico