Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 14,1-12)
Si dice spesso che gli adulti sono preoccupati dei giovani e che non sanno più che fare per loro, per contenerli: forse è vero, ma il problema non è di controllare, ma di amare, di spendersi per loro.
Incrocia la vita di Giovanni Battista una ragazzina, bella, agile, elegante, armoniosa: vuole sfondare con la sua bellezza e la sua leggiadria … si allena nel ballo ogni giorno e finalmente arriva la sua grande occasione: non si tratta, stavolta, del solito saggio col papà, la mamma, gli zii, i nonni alla festa di compleanno, ma oggi c’è tutto il governo, i notabili … e danza, se la mangiano tutti con gli occhi.
Erode stravede, i giovani sono sempre sorprendenti, ti incantano, meritano tutto: “la metà del mio regno è tua”, dice Erode folgorato dalla bravura di questa ragazzina.
La ragazza è saggia, i complimenti non le danno alla testa: la sua danza è una sfida con se stessa, non con gli adulti; sa di aver bisogno di tutti per crescere, per decidere e va da sua madre.
“Mamma è il momento più bello della mia vita, sono riuscita a superarmi; ti ricordi quanti allenamenti, quante volte volevo smettere e tu mi hai aiutato? Se non ci fossi stata tu starei ancora a divertirmi con l’orsacchiotto di pelouche. Il re è disposto a darmi la luna. Ho un avvenire sicuro, non sono in casa sua solo perchè vuole bene a te. Ho un posto anch’io”: non si sente più una vita da scarto, come capita a tanti giovani, non è destinata alla discarica, ma le si è aperta nella vita una strada. Non vuoi che sia questa anche l’aspirazione degli adulti che le vogliono bene, soprattutto di colei cui tra una coccola e l’altra si confida?
E la madre, l’adulta, il maturo, quella che vede bene, che calcola, che è navigata nella vita, colei che si è lasciata indurire il cuore dall’interesse, che non sa più sognare e cambia i sogni dei giovani in incubi, dice tutto il suo odio per la vita, e per il futuro dei figli: la testa di Giovanni Battista.
“Fammi portate su un piatto la testa di Giovanni Battista”: una sentenza che prima di ammazzare Giovanni, distrugge speranza e uccide l’anima di sua figlia che non ha ancora il coraggio di ribellarsi, è ancora soffocata dall’affetto predatore di sua madre, dell’adulto senza scrupoli.
Non sono così gli adulti che servono ai giovani: di questi fanno volentieri a meno, anzi sono tanto bravi alcuni figli che possono pure aiutare i genitori a diventare saggi.
Sant’Ignazio di Loyola, che oggi veneriamo, non era certo un adulto così … anzi ha guidato generazioni di giovani sulle vie del Vangelo, consacrati al servizio di Gesù in ogni parte del mondo.
Papa Francesco ne ha seguito l’esempio, la regola e la dedizione a Gesù e al Vangelo.
In questo contesto, in questi giorni, noi celebriamo la Madonna dei cavatori, la madre di Dio: la ringraziamo di esserci stata sempre così vicino, la salutiamo come si fa sempre con una madre, la mettiamo ancora al centro della nostra esperienza di fede come indicazione di rotta, come segnale infallibile per arrivare a Gesù.
Maria ha sicuramente almeno due cose da dirci: “Qui ci sono io tua madre” e “voi mi siete veramente sempre figli!”
Quanto è confortante sentirti dire: qui c’è tua madre!
- Quando la nostra croce o quella che vediamo sulle spalle degli altri risulta troppo pesante, guarda che qui c’è tua madre;
- se la tentazione è forte, qui c’è tua madre;
- se la disillusione è dolorosa, qui c’è tua madre;
- se la solitudine è insopportabile e l’incomprensione ti disorienta, qui c’è tua madre;
- se la scelta del tuo futuro è difficile e lo vedi oscurato, qui c’è tua madre;
- se la fame e l’ingiustizia, la paura e la violenza minacciano di spegnerti la speranza, qui c’è tua madre;
- se i tuoi occhi non scorgono più la bellezza della vita, qui c’è tua madre;
- se le guerre insanguinano ancora il mondo e ti tolgono anche l’ultima illusione di un mondo nuovo, qui c’è tua madre;
- se l’incanto del virtuale, dei followers, dei social, ti distrae dalla vita vera e te la deforma, qui c’è tua madre;
- se non riesci a deciderti di fare della tua vita un dono d’amore, per sempre, senza tentennamenti, contro tutte le tentazioni di ritornare a casa tua, qui c’è tua madre;
E a Maria Gesù dalla croce dice anche oggi e sempre:
- Questi sono tuoi figli, non li abbandonare a sé stessi, non li lasciare alle loro abitudini imbastardite, non lasciarli soli a se stessi, anche se ti bestemmiano;
- sono sempre tuoi figli, anche se non ti conoscono o ti hanno dimenticato;
- sono tuoi figli anche nella pandemia che ai nonni non dà tregua e ai giovani ruba la giovinezza;
- sono tuoi figli, come lo sono stati i loro nonni e i loro genitori, che ti pregavano nelle cave;
- sono tutti tuoi figli, perché hanno sempre un cuore da donare e un amore da coltivare;
- sono tuoi figli, che aspettano solo di trovare ragioni per vivere e per credere.
Con la certezza di questa compagnia vogliamo vivere assieme, anche con le mascherine, questa vigilia della festa.
31 Luglio 2021
+Domenico