Seguimi, pianta tutto e stammi dietro

Una riflessione sul Vangelo del giorno (Mt 9,9-13)

In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Audio della riflessione

Che fatica decidersi nella vita. Che faccio? Dove vado? Che studio? Ci sarà uno sbocco positivo a questa strada? Sono padre o madre di famiglia, le scelte giuste le ho fatte a suo tempo e ne ringrazio Dio. Ma non riesco a capire bene che scelte fare in questi tempi difficili, dove tutto cambia e mi sembra di dover reimpostare tutto. Spesso forse siamo in attesa che sia qualcun altro che decide per noi, per non caricarci della responsabilità della scelta, e così scaricare su altri i nostri fallimenti.

Qualcuno invece sembra abbia deciso bene, se ne sta tranquillo a fare i fatti suoi, a un certo punto però si accorge che c’è qualcosa che non quadra nella vita oppure viene posto di fronte con evidenza a una luce, a una intuizione, a una verità che gli fa cambiare radicalmente strada, gli si aprono gli occhi,  percepisce dentro una voce, una spinta che non lo lascia tranquillo. E’ stato a Medjugorie e niente è stato più come prima e ha cambiato vita.

Matteo era uno di questi. Pacifico, stava a contare i suoi soldi in banca, aveva un lavoro fisso, disprezzato da tutti perché se la intendeva per forza di cose con i romani, che occupavano la Palestina; un avvenire sicuro, una cerchia di amici della stessa risma che gli faceva da cortina di fumo per non vedere i problemi, qualche bella cena, qualche buona avventura e guadagno sicuro.

Faceva il bancario, probabilmente il banchiere. Aveva messo assieme una buona squadra di riciclatori di danaro. La sua vita era l’esatto contrario di un timorato di Dio. Dove passava, dove metteva mano, sporcava, rendeva impuro, rovinava la limpidezza della vita. Se entravi nel suo giro avevi finito di essere a posto. Ce n’è anche oggi di gente così; da quando ti sei messo a frequentarla hai perso la pace in famiglia, ti è calata la stima degli amici, stai alla larga dalla polizia, non ti fai più vedere in Chiesa.

Ma un giorno gli capita al banco, dove sta facendo mazzette di tagli considerevoli di  euro, Gesù. E Gesù punta su di lui lo sguardo, il dito, la sua persona, la sua voce perentoria, tutto il suo fascino e gli dice: “Matteo che stai a fare dietro questo tavolo a consumare la vita a far bonifici, a giocare in borsa, a riciclare soldi sporchi, a finanziare armamenti, a sostenere terroristi o a commerciare droga? Non hai idea di quanto può essere più bella e più piena la vita che ti presento io! Seguimi”. È una parola magica: indica urgenza, distacco, decisione, cambiamento. Matteo si trova coinvolto alla grande, cambia vita. E, alzatosi, messosi dritto davanti a Gesù, davanti alla vita, davanti a un nuovo futuro, nella dignità di tutta la sua umanità, messa in discussione da questo invito, lo seguì.

Continua ancora la sua vita di relazione, ha ancora i suoi amici, sicuramente deve giustificare loro perché abbandona la sua ricca posizione sociale per correre dietro a un predicatore che non si sa quanto raccomandabile sia; prepara una grande cena e vi invita Gesù.

E Gesù va con grande scandalo dei benpensanti a portare la sua speranza. Gesù non disdegna nessuna delle nostre mense, si fa compagno di tutti, non ha paura, vuole solo la nostra felicità. Gesù siede a mensa con questi fondi di galera, compie quel gesto, delicatissimo, intimo, che farà soltanto con i suoi discepoli più cari. Nessuno è fuori dal regno di Dio. Non c’è peccato, carognata, assurdità, malvagità che tenga.

Gesù, il Vangelo, non è un premio per i buoni, ma una offerta per tutti. Con la scusa di difenderlo, noi cristiani spesso abbiamo chiuso il Vangelo in sacrestia. Invece è vita per tutti. Dove è morto alla fine Cristo? Tra due peccatori e ritenuto peccatore lui stesso.

2 Luglio 2021
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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