I soldi fanno la felicità?

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 19, 23-30)

Essere ricchi, si dice, è una fortuna: non hai problemi quando devi comperare qualcosa, hai il cibo assicurato, non rischi di rimanere senza casa, non ti prende l’assillo delle scadenze delle bollette, degli affitti, del mutuo … ti puoi divertire di più, puoi permetterti qualche avventura, puoi viaggiare, ma non ti puoi comperare né il tempo, né la vita … anzi – dice il Vangelo – se sei ricco non passi per la porta stretta della felicità senza fine, del paradiso.

Un cammello non passa per la cruna di un ago: abbiamo tentato con tante belle interpretazioni di allargare questa cruna dell’ago, immaginando che fosse una porta stretta e bassa, ma non così minima …

Al Vangelo però non si possono fare sconti: la ricchezza può essere un dono di Dio, ma anche una tremenda fasciatura! Il discorso che fa Gesù non è di tipo marxista: non ce l’ha a morte con i ricchi, che vede solo come ingiusti e ladri, non lotta per la dittatura del proletariato, ma guarda dentro la coscienza delle persone che si affidano a quello che hanno, continuano ad accumulare, se lo tengono ben stretto e non si accorgono che perdono la pace interiore, muoiono dentro … e proprio perché muoiono dentro fanno morire anche fisicamente altri di fame, e diventano ingiusti.

Sappiamo tutti che i soldi non fanno la felicità, ma tutti li cerchiamo come se fossero la soluzione dei nostri problemi: sappiamo tutti che i mali più grandi della società, le nostre semplici e tranquille amicizie, le nostre stesse relazioni parentali spesso sono rovinate per quei quattro soldi, per cui litighiamo e che tra l’altro non ci sono necessari per vivere, eppure la tentazione è sempre grande.

Quante famiglie ho visto odiarsi per un testamento che faceva una differenza pari a tre o quattro metri quadri!  Chi ha, continua ad accumulare, non si accontenta, non s’accorge che rovina la famiglia, che non segue i figli, che all’interno di una casa c’è di tutto, ma manca il necessario: il sorriso, la comprensione, la gratuità, lo stare in compagnia, il tempo, la stessa preghiera.

Come ci possiamo liberare da tutto ciò? Come si può invertire questa … corsa sfrenata? Questa dipendenza assurda?

Il Vangelo dice candidamente “se non è possibile agli uomini, è possibile a Dio”: è da un nuovo rapporto di fede con Dio che si può vincere l’incanto della ricchezza, è la contemplazione di lui povero che ci può far cambiare vita e aiutare a dare al denaro il suo semplice e giusto posto, solo per vivere e fare dono come Dio ha fatto di sé con noi, senza mai abbandonarci.

Se sei ricco, prova a fissarti una percentuale di quanto spendi per te … e comincia a darla a i poveri, o a una realtà che cura il il bene comune, o all’educazione, o alla sanità, o aali ospedali, per le missioni anche … non risolverai il problema, ma almeno sei obbligato a pensarci sempre.

17 Agosto 2021
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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