Dio al centro, non destabilizza l’uomo, anzi lo rafforza

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 6, 6-11)

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Di fronte a fatti straordinari noi siamo sempre un po’ scettici, anche se la tendenza di oggi è molto credulona, si lascia attrarre da fenomeni strani … sta di fatto però che è difficile accettare che avvengano cose contro le leggi della natura, come le abbiamo pensate noi. Ne sentiamo spesso parlare, abbiamo negli occhi tanti miracoli di padre Pio per esempio, ma … vorremmo essere stati lì a vedere, vorremmo provare, anche se chi ci racconta è persona credibile abbiamo sempre delle riserve non sulla sincerità, ma sul possibile inganno in cui può essere caduto pure lui.

Nell’antichità invece era molto più naturale credere a eventi meravigliosi perché si era molto più convinti che esisteva Dio, che c’era una realtà soprannaturale, che c’era un fatto che a Dio era sempre tutto possibile.

E’ comprensibile il comportamento dei cultori della Bibbia, quando Gesù vincendo la naturale ritrosia di un uomo che aveva una mano inservibile per la sua vita, tutta storpiata e quindi inutilizzabile per il suo lavoro, per la cura di sé, per la normalità di una esistenza, dopo averlo chiamato in mezzo alla sinagoga ben visibile da tutti, gli chiede di stendere la mano davanti a sé perché tutti vedano e gliela guarisce all’istante.

Discutevano pieni di rabbia – dice il vangelo – invece di restare coinvolti in  una guarigione e di ringraziarne Dio. Che era successo? Era successo  che questo fatto fu compiuto solennemente in un giorno di sabato con tutta la forza di provocare al cambiamento che caratterizzava molti gesti di Gesù: il sabato era giorno sacro per l’ebreo, giorno in cui non si poteva effettuare nessuna opera, anche quella di guarigione.

La cosa più importante quindi per loro era di vedere se Gesù stava agli schemi: non importava loro farsi domande sul significato dei segni che Gesù metteva in evidenza, ancor meno guardavano la persona ammalata che veniva guarita, l’umanità quindi.

Avevano già allontanato da Dio la sofferenza umana, e quindi la misericordia alla fine: non interessava loro mettersi in ascolto, ma solo essere severi guardiani di un passato che ingessava il rapporto tra gli uomini e il Signore.

Il Dio che avevano in mente non si commuoveva per il male di cui soffriva un uomo, ma era più interessato alla legge che stabiliva regole.

La vita di fede deve essere sempre un mettere in discussione – invece – le nostre comodità, le nostre caselle che ci siamo costruiti per controllare tutto, anche Dio … il centro siamo noi, non Lui! Invece Gesù ci ribalta e dice che c’è speranza in una vita vera se ci sappiamo rinnovare nel contemplare la Sua vita e allora anche la nostra si nutrirà di speranza e non di regole o, ancor peggio, di galateo.

6 Settembre 2021
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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