Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 12, 54-59)
In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».
Dove stiamo andando, che direzione prende la nostra vita, i giovani che futuro potranno godere, che cosa capiterà nei prossimi anni al nostro modo di vivere? Sono domande che ogni tanto mettono ansia a un papà e a una mamma di famiglia che pensa ai suoi figli, o a qualsiasi persona che vuol sentirsi responsabile della sua vita … anche nei giovani, anche nei ragazzi mettono ansia!
Se guardiamo indietro agli anni che ci hanno preceduto e li confrontiamo con l’oggi, registriamo cambiamenti impensabili del nostro modo di vivere: penso alla rivoluzione nelle comunicazioni, nel lavoro, nella vita di famiglia, nello spostamento di tanti emigranti … e siamo spesso impreparati ad affrontare i problemi.
Gesù nel Vangelo ci dice che dobbiamo scrutare con più attenzione i segni dei tempi: “purtroppo – dice – tutta la vostra intelligenza la mettete nel fare previsioni!”
Utili anche quelle: avessimo potuto prevenire lo tsunami! Potessimo prevedere i terremoti!
C’è anche da avere una capacità di cogliere la presenza di Dio nella storia e i segnali di “conversione” che ci manda: il futuro non sta nelle previsioni, ma nella speranza e occorre soprattutto in questi tempi leggere i segni di speranza che nascono nel mondo per accoglierli, svilupparli, orientare il mondo alla sua naturale direzione che è il Regno di Dio.
Il Concilio Ecumenico Vaticano II ci aveva aiutati a questo esercizio di lettura dei segni dei tempi, dei luoghi, cioè, in cui si manifesta maggiormente la presenza di Dio, e quindi si concretizza la storia della salvezza: sono indicazioni di apertura a nuovi fatti che caratterizzano il cammino della nostra storia e in essi il cristiano deve seminare la Parola di Dio, li deve orientare nella direzione giusta.
E’ ancora più importante oggi leggere ciò che la pandemia ci fa capire, come dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere, la consapevolezza di essere fratelli, di vivere in un mondo che si sta autodistruggendo.
Papa Francesco ci ha offerto non solo un metodo adatto alle nuove sfide, ma anche chi dobbiamo essere: Laudato si e Fratelli Tutti sono due encicliche che aprono panorami amplissimi in tutti, ai cattolici, ma anche a tutta l’umanità.
Esistono oggi tanti segni di speranza che vanno sviluppati: la valorizzazione della persona concreta, l’apprezzare le differenze, l’originalità, il pluralismo, la tolleranza, il crescente e diffuso interesse per la creatività, il simbolo, i riti, la dimensione estetica della vita; la particolare e generalizzata sensibilità alla comunità internazionale, alla festa e alla componente ludica del vivere umano; l’attenzione alla vita quotidiana, intesa come spazio minimo vitale che consente alle persone di costruire concretamente la propria esistenza; la nuova sensibilità verso la pace, una certa nostalgia del sacro, l’avvertire che ti si fanno dei buchi nella vita che non riesci a colmare con il buon senso… I femminicidi, i troppi morti sul lavoro, la scelta di non procreare, il declino della gioia di vivere…devono interrogare ogni persona umana e soprattutto ogni famiglia.
E’ Dio che ci è Padre che non ci abbandona e ci si presenta sempre come casa abitabile da tutta l’umanità.
Non c’è che da farsi prendere da questa speranza che sale dalla vita.
22 Ottobre 2021
+Domenico