Una riflessione sul Vangelo secondo Giovanni (Gv 6, 39-40) dal Vangelo del giorno (Gv 6, 37-40)
«E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Ci sono parole che nella nostra esperienza facciamo fatica a capire, come infinito, eterno, sempre, mai, illimitato, perpetuo, perenne: le usiamo per dire alcune esagerazioni o alcune esigenze che stanno nella nostra vita. Vogliamo amore eterno, possibilità senza limiti, promettiamo “per sempre”, diciamo che non ci dimenticheremo mai … soprattutto se si pensa al tempo ci perdiamo proprio nei significati.
Gesù usa uno di questi termini con grande enfasi: eterno; promette a chi gliela domanda la vita eterna, chi crede in Lui avrà la vita eterna!
Eterno significa pieno, senza limiti, oltre ogni tempo, senza fine … è possibile per noi pensare qualcosa che non finisce mai, che continua per sempre?
Nella nostra vita facciamo esperienza di realtà che hanno tutte una vita breve: tutte le cose che vediamo sono limitate, di infinito ci sono forse dei pensieri ricorrenti. Tutto è caduco, tutto è finito: sempre e mai non fanno parte della nostra esistenza o per lo meno sono riferite al tempo della nostra vita che non ha niente di illimitato e di eterno.
Invece Gesù ci dice che chi crede in Lui ha la vita eterna, la pienezza, l’infinito, la perennità. C’è una vita che è stata guadagnata a noi dalla sua croce che sarà il massimo di felicità e che non tramonterà mai.
Lui solo è capace di donarcela, di farcela vivere, di renderci degni di goderla. Questo dono è anticipato e trasmesso attraverso Gesù che è il pane vero con il dono del suo corpo e del suo sangue: è la sua vocazione, è il compito che Dio Padre gli ha affidato: la sua volontà, da sempre stabilita sul mondo, è che non perda nulla di quanto egli mi ha dato.
Dio è Padre e se ama, ama per sempre!
C’è una vocazione per ogni uomo, un dna che non tramonta e che caratterizza la vita: essere per sempre nella sua felicità! Sono pensieri che ci danno le vertigini, perché vanno al di là di ogni esperienza, ci inondano di stupore e ci immergono in una vita che non è quella che sperimentiamo, ma sicuramente quella che desideriamo e che sogniamo.
E Gesù è incaricato solennemente da Dio Padre di non perdere nessuno di noi. Capiamo allora ancora di più quella sua decisione irrevocabile e sofferta di prendere la croce: voleva bucare il cielo e farci tutti salire ad abitarlo per sempre!
In quelle braccia di Dio dobbiamo pensare e credere fermamente che sono collocati i nostri cari: sono in una vita definitiva, diversa dalla nostra.
Il trattenerli tra noi, nelle nostre case spesso deve sempre avere questa certezza: sono nelle braccia di Dio, dove stanno molto meglio che nelle nostre braccia.
E’ questione di fede nella vita eterna.
2 Novembre 2021
+Domenico