Una riflessione sul Vangelo secondo Giovanni (Gv 2,13-25)
A guardare le nostre televisioni o a sentire le nostre radio si direbbe che la vita, il mondo è fatto tutto di compratori e venditori: si fanno talmente intelligenti le pubblicità che ti diverti pure mentre ti spremono e ti alleggeriscono il portafoglio.
Se poi vai in un paese del terzo mondo vedi che tutti vendono e comprano di tutto, in tutti gli spazi possibili delle strade: non c’è catapecchia che non esponga il suo banchetto vendita. La più nobile ci ha pure una vetrinetta per il posteggio delle mosche.
Vendere e comprare è sentirsi vivi, è sperare, e avere relazioni è riempire la vita! Non si costruiscono forse così anche le chiese? Perché non lo dovrebbe essere anche l’esperienza religiosa, questo bisogno profondo dell’uomo, questo lato misterioso della vita umana?
Per mettere le mani avanti e per non osare di fare della Chiesa una spelonca di ladri, ad ogni festa che ricorda la dedicazione di una Chiesa al rapporto vero con Dio si legge sempre questo brano di Vangelo dove Gesù con la sua forza ci richiama in maniera inequivocabile alla chiesa come luogo di preghiera.
Oggi celebriamo il giorno anniversario della dedicazione della basilica lateranense, la cattedrale di Roma, il cui vescovo è sempre il papa.
Presso il tempio di Gerusalemme, punto di convergenza di tutto un popolo, crocevia di attese, sofferenze, speranze, illusioni, tensioni, rivoluzioni, vendere e comperare era diventato connotazione determinante.
Non andrai davanti a Dio a mani vuote?! Come puoi pensare che Dio ti benedica se sei così spilorcio? La vuoi pagare quella grandine che hai evitato o ti vuoi proprio rovinare senza evitare la prossima? Sarai un poveraccio, ma due spiccioli per un paio di tortore li puoi scucire anche tu.
Non erano preghiere, non erano dialoghi con Dio, non era abbandonarsi nelle sue mani: era commerciare con lui, era ridurre Dio a mercante.
Arriva Gesù … non è la prima volta che va al tempio – anche Giuseppe e Maria un giorno si erano comperati un paio di colombi con in braccio lui – ma questa volta non riesce più a sopportare questo ritratto che fanno del Suo Padre amatissimo: Il Regno di Dio non è fatto così, il povero non ha pedaggio da pagare per farsi ascoltare da Dio; la religione di Dio, suo Padre, è la religione del cuore non della borsa, Dio non si compera, ma si ama.
“Avete fatto della casa di mio Padre un mercato” E butta all’aria tutto.
Questo è ancora niente, nel giro di poco tempo tutti quei sacerdoti dovranno cambiare lavoro!
Un rapporto di un procuratore romano degli inizi del II secolo dopo Cristo riferirà a Roma che sono in crisi le macellerie: perchè non si sacrificherà più nessun tipo di bestiame.
“Voglio misericordia non sacrifici”, il cuore contrito non un portafoglio più appiattito!
Anche questo cambiamento di modo di mettersi in relazione con Dio verrà “caricato sul conto” di Gesù: non tocchi mai impunemente i soldi di nessuno … ma ne esce ripulito, più vero, autentico il volto di Dio Padre.
9 Novembre 2021
+Domenico