Gesù sicuramente ritornerà, non per punire, ma per portare a termine la salvezza

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca  (Lc 21, 7-9) dal Vangelo del giorno (Lc 21, 5-11)

Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

Audio della riflessione

Ci facciamo spesso domande sul futuro della terra, dell’universo, della vita del mondo: “Che sarà di noi? Come continuerà a vivere questo mondo con lo scempio che ne stiamo facendo? Che ci sarà alla fine del mondo?”

I primi cristiani credevano che dopo la venuta di Cristo era stata detta l’ultima vera parola e che quindi il mondo sarebbe potuto finire. Gli ebrei stessi avevano presentimenti di una fine, sicuramente politica, legata alla città di Gerusalemme e alla presenza dei romani sempre minacciosi e pagani.

Gesù viveva in questa cultura, ma continuamente alzava gli uomini a vette più alte, a tempi più larghi, soprattutto all’atteggiamento da avere nei confronti del futuro: attesa, vigilanza, occhio limpido, speranza.

Non è nelle nostre possibilità sapere giorno e ora, ma nella nostra coscienza vivere una attesa operosa del Signore che verrà.

Una verità cristiana indiscussa è che Gesù alla fine dei tempi tornerà su questa terra e i primi cristiani continuavano a invocarlo: vieni Signore Gesù. Non era voglia di farla finita, desiderio di fuggire dalla difficoltà presenti, ma orientamento di tutta la storia a Dio, al fine ultimo, al compimento.

Non siamo a questo mondo a caso, la vita non è una ruota che gira sempre su se stessa: vivere significa essere pellegrini verso una meta e occorre sempre averla davanti per correggere la direzione del cammino, per dare slancio e forza per superare le fatiche, per motivare la solidarietà di tutti coloro che sono incamminati. 

Una qualità che non bisogna mai perdere è quella dell’occhio vigile, dell’attesa, del riferimento al futuro e non del ritorno al passato: Dio ci sta davanti e noi ci prepariamo all’incontro con Lui! La vita ha un fine, non una fine!

La vita ha un fine e spesso occorre serrare i pugni per non perdere il desiderio di una meta. Siamo come in una corsa verso un traguardo che esige un colpo di reni. La vita è sempre così, non ci si può adagiare mai: è così per il lavoro, è così per la famiglia, è così per la vita di coppia.

Spesso roviniamo le cose più bella della vita perché crediamo di possederle, invece vanno sempre conquistate.

La fede, per esempio, è un dono ma va sempre accolto come nuovo.

Non lasciamoci incantare dalle sirene, altrimenti non arriviamo da nessuna parte, non crediamo a tutte le semplificazioni e a tutte le scorciatoie della vita: la strada è Gesù, lui dobbiamo seguire perché Dio in Lui non ci abbandona mai.

23 Novembre 2021
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

Rispondi