Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 21,25-26) dal Vangelo del giorno (Mt 21,23-27)
«… Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta».
Una delle cose più difficili da fare, oggi, è quella di decidersi, di scegliere, di capire da che parte stare: si può passare tempo a valutare, a vedere i pro e i contro, ma poi occorre decidere.
Fanno fatica i giovani che si trovano davanti alla vita come davanti alla tivù con il telecomando … molti programmi, uno sguardo di qua, uno di là … ci si ferma un poco su un programma, se ne tenta un altro, si torna indietro e alla fine si è affogati nel mare delle possibilità, senza aver fatto una minima scelta.
È così nello shopping … anche se oggi, per l’incertezza economica, per la complicazione della pandemia, lavora di più il pomo di Adamo nel deglutire l’impossibilità che l’imbarazzo della scelta.
È così nella vita affettiva, nella scelta degli studi: siamo deboli nella decisione … e Gesù un giorno si è trovato di fronte a una domanda impertinente dei suoi soliti avversari, che avevano la vocazione a giudicare piuttosto che a ricercare la verità … e Lui che legge nel cuore di questi uomini, come legge nel cuore di ciascuno di noi, smaschera la comodità dello stare a giudicare senza mai sentirsi coinvolti e li provoca a prendere una decisione: “Chi era per voi Giovanni il Battista? L’avete seguito o l’avete snobbato? Che posizione avete preso di fronte alla sua predicazione? È stato un esercizio di retorica o vi siete lasciati cambiare la vita? Vi siete mescolati alla gente che lo seguiva per farvi vedere e riuscire a stare a galla sempre e comunque per posa, oppure condividete con il popolo questo slancio di purificazione, questa voglia di ridare vita alla vostra esperienza religiosa, che sembra ammuffita?”.
È un discorso che va dritto anche al nostro essere: andare a messa a Natale, intenerirsi davanti al presepio, lasciarsi commuovere da atmosfere natalizie è partecipazione a un evento che ci cambia la vita o è adattamento alle buone maniere, uno scotto da pagare a ricordi dell’infanzia?
Nella vita spesso non siamo coerenti, di difetti ne abbiamo una barca, di cose sbagliate per debolezza ne facciamo tante … è peggio però non prendere mai una decisione, lasciarsi trascinare dall’opinione corrente.
La vita ha bisogno di essere affrontata prendendo posizione: navigare a vista aguzza la capacità di adattamento, ma sempre al ribasso. Sperare è il contrario del vivere di rimedi, è orientarsi in una direzione. Ci stiamo esercitando in questa ricerca di direzione per dare gambe alla speranza?
Santa Lucia, la vergine siracusana, che tutti oggi veneriamo, aveva una vista lunga e noi la invochiamo soprattutto per la vista della fede, che ci permette di camminare sicuri verso mete alte.
13 Dicembre 2021
+Domenico