Il messia è pazzo

Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc 3, 20-21)

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé”.

Audio della riflessione

Un gruppo di giovani un giorno s’è inventato una fantomatica “gazzetta del Giordano”, datandola Anno 31esimo, dal 12 al 17 febbraio del 31.

Il primo articolo a tutta pagina era così: “Il Nazzareno pronuncia un discorso scandaloso. Il profeta è pazzo!” … e sottotitolo: “Su un colle vicino a Cafarnao: farneticazioni riguardo la felicità. Gesù viene presentato come il chiacchierato figlio di un carpentiere che da qualche mese predica la venuta del regno di Dio e l’amore fra le genti, e che ora è ricercato dal Sinedrio dopo il suo discorso intitolato: Le beatitudini”.

Fin qui la fantasiosa “gazzetta del Giordano”.

Se ascoltiamo però bene le parole di Gesù, la sua parola è follia pura, non può essere ridotta a buon senso, a cose che stanno “nella media”: esige uscire da sé per capirlo, uscire dal perbenismo per ascoltarlo!

Quanti tentativi facciamo per rendere spiegabile la persona di Gesù, per abbassarlo al nostro buon senso, per stringerlo nei nostri piccoli orizzonti e, meno male, che non ci riusciamo! Gli apostoli sono anche costretti a pensarlo così perché Gesù prima di entrare in casa è pressato da molta folla e lui quasi non s’accorge … certo non prende precauzioni, perché una folla grande non è mai governabile … Lui guarda negli occhi a uno a uno e ciascuno è suo interlocutore, come lo è stato per il cieco, il lebbroso, il malato, l’indemoniato.

Papa Francesco, in questo lo imita molto bene: per lui nessuno è folla, sono tutte persone e ha due occhi sempre sorridenti, che sembrano due scanner, tanto è capace di individuare, ricordare e coinvolgere e confortare.

Gesù è deciso: Gesù non si presenta più come il placido giovane di paese che passa il tempo senza grandi ideali, senza affanni, pur nella serenità di una bella vita … gli brucia dentro un fuoco, una passione: questo regno di Dio è imminente nella sua manifestazione definitiva che inizia proprio con Lui e occorre risvegliare la gente, il popolo eletto, le persone, ciascuna con la sua storia. Ha uno sguardo da sentinella, un cuore incontenibile, un dialogo costante con il Padre. Ha imparato sicuramente da Giovanni il Battista: di lui ha sicuramente preso il testimone di una urgenza, che non è fretta, non è disprezzo per le persone fragili che hanno bisogno di tempo per decidersi, e questa lo brucia, lo travolge e vorrebbe travolgere con essa per il Regno di Dio tutti quelli che incontra.

Non per niente si è trasferito sulle rive del lago, su questa via delle genti, autostrada di incontri di popoli, di idee, di merci, di contratti e di contatti, proprio per svegliare coscienze, allargare orizzonti, uscire – direbbe papa Francesco che ha imparato benissimo la lezione.

Noi come rispondiamo a questa decisione radicale di Gesù, da rasentare la pazzia? Mettiamo il silenziatore a tutte le sue parole, non solo alle beatitudini, non solo ai molteplici guai che lancia ai perbenisti, non solo alle frequentazioni con Zaccheo, all’accoglienza dell’adultera, al dialogo imbarazzante con la Samaritana, all’abbraccio dei lebbrosi, ma anche alla sua via Crucis. Ci lasciamo ancora scandalizzare e riteniamo alcuni suoi gesti davanti a Pilato, alle accuse false presso i sacerdoti del tempio, ostinata sicurezza su quello che è e che dice.

Questa pazzia non è una pazzia da malati di mente, ma è una risposta definitiva a una fede che ti prende tutta la vita e che noi spesso tratteniamo per noi, per i nostri interessi, per coprire la nostra mancanza di fiducia in Dio.

Nella fede in Dio occorre buttarsi decisi!

La pandemia che ci opprime, ci allontana anche da Dio invece che vederla come uno spazio di solidarietà con i malati, con il corpo sanitario, l’organizzazione delle vita pubblica.

Può essere uno spazio di rinsavimento dalla nostra sicumera o dalla nostra incoscienza, o dalla nostra autosufficienza e nello stesso tempo disperazione e solitudine! Da quando abbiamo buttato fuori Dio dalla vita e dalla nostra ragione, restiamo tremendamente orfani.

Non abbiamo però da andare a piangere sul nostro fondatore defunto, ma sulla breccia di ogni vita a vegliare per l’aurora del suo perenne ritorno tra di noi.

22 Gennaio 2022
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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