Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 4, 38-44)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea.
E’ da parecchio tempo che i giovani abitano più volentieri la notte che il giorno. Ce ne eravamo fatti un problema da affrontare alcuni decenni fa, perché ci ha un poco destabilizzati il loro abitare la notte con vivacità, creatività, musica, discoteche, complessi musicali e concerti; purtroppo qualcuno gli ha avvelenato anche la notte con droga e violenza. Abbiamo fatto i compagni di strada anche in queste ore notturne e abbiamo trovato in questa notte di Gesù di cui ci parla il vangelo, la decisione e la spinta a dare significato a tutte le notti dell’uomo
Infatti dice il vangelo … sul calar del sole.. viene invaso da una moltitudine di malati e immerso in un mare di sofferenze. Lui che già di giorno era stato con la gente ritiene importante la sera operare miracoli di umana pietà e di divina elevazione per tutte queste sofferenze. Di giorno lo vediamo lanciato nell’annuncio della sua novità, il vangelo, la buona notizia, a sera completa la sua umanissima fraternità guarendo sofferenze e ridando speranza, di notte si abbevera alla sua grande sorgente, con la dolcissima preghiera al Padre e il mattino dopo dilagherà ancora in altre regioni.
La sua sera e notte ci aiutano a capire che la sera della croce non è il fallimento, ma la pienezza di tutta la sua opera di salvezza che dà gioia; ci aiuta a capire e gustare la notte, perchè la notte della morte non è l’annullamento di tutto, ma comunione col Padre, con la sorgente della sua vita che poi dilagherà in un nuovo giorno.
Il buio della notte è la cornice del diario della sua opera di salvezza, dal calar del sole al sorgere della luce. La notte è simbolo della morte, notte definitiva, tempo da riscattare, anche Gesù lo conoscerà quando il sole si oscurerà il venerdi di Pasqua e tornerà a brillare il mattino dopo il sabato. La sua azione si fa piena proprio al buio ed è in favore di tutti, prendendosi cura di ciascuno. Gesù ci salva dalla nostra notte con la sua notte, ci visita nel nostro male con la sua croce.
La notte è lo spazio della coscienza della verità che ogni uomo si deve dare, è il luogo in cui si fa chiara alla nostra ragione il nostro essere nulla, che è proprio il luogo da cui Dio trae con la sua potenza tutte le cose. Egli ha fatto dal nulla ogni cosa. Anche la creazione squarciò le tenebre, così la risurrezione di Gesù sconfisse definitivamente le tenebre.
Ci deve poter riempire di gioia il sapere che ad ogni calar del sole Gesù si fa luce per i nostri passi, forza per portare le nostre croci, preghiera al Padre, perché ci guardi sempre come suoi figli all’ iniziare di ogni giorno.
31 Agosto 2022
+Domenico