Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 15, 1-10)
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Qui non si tratta di quel disappunto che hai quando perdi la chiave di casa o qualche documento importante che ti serve o non trovi più la patente. Qui c’è il Signore, il creatore del cielo e della terra che mi cerca e non mi trova, gli sto a cuore anche se a me sembra spesso di essere per i miei amici solo un numero o per i miei familiari un peso o per il mio datore di lavoro un problema. Il Signore mi ama ancora prima che io lo sappia, che io lo pensi; gli basta che io esista e già sono nei suoi pensieri, nella sua attesa di incontrarmi; sono causa della sua gioia. Ma non solo è contento Lui, vuole anche che ci sia qualcun altro che condivide la sua gioia di avermi trovato, incontrato
Abbiamo presente tutti la gioia del ritrovamento di un bambino, di un parente, di un amico. Gesù dice che la ricerca da parte di Dio di un peccatore che si converte gli dà la gioia più grande che possa provare.
“Ma stiamo scherzando? Dio fa festa per me, solo perché mi lascio amare, mi lascio trovare, permetto che il suo amore mi fasci le ferite? Dovrei essere io a far festa … invece la fa prima Lui perché il suo amore è grande e non può restare inoperoso!”.
Entrare in quest’ordine di idee, in questa sicurezza di un abbraccio senza condizioni è l’essenza del cristianesimo: non siamo stati noi ad amare Lui, ma Lui ad amare noi! Il cristianesimo non sta nei nostri comportamenti corretti, ma nel suo amore senza confini!
Sentirsi amati, sentirsi di qualcuno sempre, venire cercati mentre noi ne fuggiamo continuamente è la certezza su cui si fonda la vita cristiana … e quando Dio ci trova nei percorsi sballati del nostro malessere e della nostra cattiveria, non ha aria di rivincita: non pensa lontanamente di farcela pagare!
Quella pecorella che ha lasciato le novantanove perché ha voluto fare di testa sua, perché non si è più fidata del pastore, lui la cerca e se la rimette in spalla: magari lei non è nemmeno contenta di essere stata ritrovata tanto è incattivita nella sua stoltezza … Gesù però non la lascia al suo destino, perché per un cristiano non c’è nessun destino: c’è solo e sempre una chiamata al suo amore, che ci precede sempre.
3 Novembre 2022
+Domenico