Un dito, ma soprattutto una vita, puntata sul messia, su Gesù

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 7, 24-30)

Lettura del Vangelo secondo Luca

Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. Tutto il popolo che lo ascoltava, e anche i pubblicani, ricevendo il battesimo di Giovanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto. Ma i farisei e i dottori della Legge, non facendosi battezzare da lui, hanno reso vano il disegno di Dio su di loro».

Audio della riflessione

Esistono nella storia dell’umanità tante persone che con la loro intelligenza, umanità, generosità, decisione hanno aperto nuove possibilità di vita a tanti uomini e donne: in primis i genitori che, dandoci la vita, ci hanno immesso nella storia umana,  nella condivisione di doni personali che messi assieme hanno fatto la storia dell’umanità. Questa storia si è mescolata con quella di Dio, per sua esplicita volontà …

… ma non è stato facile per Gesù riuscire ad accendere la voglia di conoscerlo per colui che veramente era, per quel che era, e che si sarebbe manifestato.

Sta di fatto che con la vita che ci fu regalata da papà e mamma, siamo riusciti ad esistere non solamente per noi, consapevoli che siamo una umanità di fratelli: dietro ogni giovane atleta o artista o lavoratore o studente c’è sempre un papà d una mamma nell’ombra che col loro lavoro, il loro amore hanno dato tutto ciò che era indispensabile per la riuscita del figlio! Non appariranno mai sui giornali o se vi appariranno, sarà sempre incalcolabile la dedizione e il sacrificio di cui sono stati capaci.

È così la figura di Giovanni Battista, chiamato appunto il precursore, colui che prepara e che scompare, colui che sa stare al suo posto, colui che vede in Gesù il punto più alto della vita e della storia e vi si mette al servizio.

“Giovanni è stato un grande” – dice Gesù alla gente: in lui si è condensata ed è arrivata al vertice l’attesa dei secoli. Ha intuito il nuovo che stava per sorgere, gli ha dedicato la vita. È stato per tutti una freccia puntata. Non ha permesso a nessuno di attardarsi a guardare a se, ma ha continuamente fatto alzare lo sguardo alla salvezza piena, che si stava manifestando, a Gesù.

Una vita da mediano – oggi si dice da assist – nella grande partita del regno di Dio: non si è mai permesso di andare sotto gli spalti dello stadio della vita a strapparsi la maglia, a far vedere la sua bravura per i risultati ottenuti … ma ha sempre passato la palla goal a Gesù., che ha sempre fatto centro ed è sempre stato centrale nella sua vita, per la vita di noi tutti.

Abbiamo bisogno di sentirci anche noi frecce puntate a qualcosa di più grande di noi: i cristiani non portano a se stessi nel mondo, non portano i propri interessi, ma tentano e desiderano fare da strada per Gesù Cristo.

Il cristiano fa una vita da mediano perché spera che Gesù arrivi a tutti: gli fa da assist, lo serve al massimo, perché è sempre Gesù che deve crescere nelle vite di tutti, nel mondo e nella storia e noi stare nelle quinte.

15 Dicembre 2022
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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