Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 1,11-17)
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Quello che sempre ci sorprende, che ha dell’inverosimile, che ci scomoda nella nostra religiosità spesso superficiale è accettare che Dio, l’Assoluto, quell’essere che immaginiamo ci sia, ma che non vediamo, che non cade sotto i nostri microscopi o raggi X, sotto i nostri rivelatori anche intelligentissimi, ecco, quell’essere che ha creato cielo e terra abbia deciso di farsi uomo, di mescolare la sua vita alla nostra. Questo ha significato che Dio prendendo una carne umana si inscrivesse nel tessuto delle nostre relazioni, prendendo un volto entrasse nel giro delle nostre somiglianze.
Quando nasce un bambino in casa si scruta il suo volto e più tardi il suo modo di fare, di camminare, di reagire, per vederne i lineamenti e collegarli a quelli del papà, della mamma, degli zii, dei nonni, dei parenti: ogni bambino che nasce fa parte di un popolo, di una storia, della caratterizzazione somatica di una razza, ha un colore della pelle, la configurazione precisa di una etnia.
Ebbene anche Dio, entrando nella storia ha preso i lineamenti di un popolo, ha mescolato nel suo sangue e nei suoi lineamenti, nel suo carattere e nei suoi sentimenti, i tratti del popolo di cui è venuto a far parte.
Il Vangelo di Matteo, ci offre un genealogia: una successione di nomi che fanno risalire Gesù ai capostipiti del suo popolo, del popolo ebreo. In questa linea, in questo albero genealogico ci stanno buoni e cattivi, santi e peccatori, nobili e plebei, figli buoni e figli degeneri.
Questa carne e questo sangue ha voluto prendere, questi caratteri e queste doti, queste qualità e questi difetti: Gesù non è un mito, non è una idea, non è un extraterrestre, ma un uomo impastato di storia e di conquiste, di disfatte e di progressi come noi … e anche oggi nella sua venuta non disdegna di prendere su di sé i caratteri e le tensioni della nostra umanità, le nostre sofferenze e malattie, il peso delle nostre colpe e del cattivo uso della nostra libertà: è per questo che sentiamo il Natale come qualcosa di intimo, di personale.
E’ vero Gesù assume i nostri lineamenti, perché noi copiamo in maniera originale nella nostra vita i suoi, perché abbiamo davanti agli occhi sempre una umanità nuova come l’ha rifatta Lui, senza peccato.
C’è speranza allora in questa nostra umanità: non siamo alla deriva, ma a una sorgente di vita nuova.
Vieni Gesù, ti aspettiamo!
17 Dicembre 2022
+Domenico