Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 7,15-20)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».
Audio della riflessione.
Il mondo ci mette sempre davanti novità, scoperte, racconti di varia natura che ci attraggono e che nello stesso tempo ci chiedono adesione, coinvolgimento, operatività. Ciascuno di noi ha i suoi criteri di verità, per discernere quello che gli viene proposto, capire se val la pena di fare nostre queste nuove prospettive e impostare pure la vita in maniera diversa.
Un esempio eclatante è la grande rivoluzione nelle comunicazioni. Tutti siamo coinvolti in Internet, in reti social, in un nuovo modo non solo di comunicare, ma anche di essere. Gesù ci dà un aiuto per trovare le risposte che ci interessano:” Dai frutti li riconoscerete: ogni albero buono produce frutti buoni” (Mt 7,16-17). Papa Francesco spesso ci aiuta ad affrontare con sapienza anche il nuovo ambiente delle comunicazioni in cui viviamo, ci da alcuni buoni principi di discernimento sulla rete, perché possa essere una nuova risorsa per le nostre esistenze e l’esistenza delle nostre comunità.
Se il criterio dei frutti lo applichiamo non alle cose, ma alle nostre vite allora il discorso si fa intrigante, pesante perché ci possiamo sentire oppressi e scoraggiati: Chi oserebbe sentirsi “albero buono”? Umanamente nessuno: sappiamo di essere spesso piante che al posto di uva danno frutti che sono spine e siamo terreno pieno di rovi. Ma alziamo lo sguardo a Gesù, contempliamolo, perché la contemplazione di Lui diventa sempre feconda in noi. Il suo volto crocifisso e coronato di spine è quell’albero straordinario che dalle spine è stato capace di produrre vino nuovo, sangue di vita: il suo amore infinito per noi! Siamo di fronte a un albero dalle cui spine si raccoglie uva: è la croce.
In forza di quest’albero anche noi, da rovi, possiamo diventare terra buona che produce. Davvero le sue spine hanno il potere di guarire le sue ferite, di far fiorire le nostre! Quello che è impossibile agli uomini è possibile a Dio. Il nostro discernimento allora deve sempre ispirarsi a Lui, alla sua luce, ai suoi insegnamenti, alle strettoie durissime che lo chiudono e lo intristiscono. Ma se la croce diventa albero buono, che fa frutti perenni e innovativi, allora non ci possono più scoraggiare se affrontiamo fatiche di relazione con le persone, fatiche di comprensione e fatiche con noi stessi.
28 Giugno
+Domenico