Taci, esci: non ti chiedo per favore

Riflessione sul Vangelo del giorno (Mc 1,21-28)

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

Audio della riflessione

E’ esperienza di noi tutti andare per uffici a chiedere qualche permesso. Dobbiamo fare dei lavori di allargamento della casa, oppure dobbiamo ristrutturare o rimettere a norma, dobbiamo fare una scala. Che si fa? Si vanno a chiedere permessi. Modulo, spiegazione, compilazione, raccolta di documenti, spedizione, raccomandata, consegna. Poi si aspetta. Certi uffici sono eterni. Soprattutto quando devi ritirare un permesso. Le carte sono tutte a posto, ma vede signora, c’è una nuova disposizione che prevede l’autorizzazione dell’ufficio che trova lì nella seconda porta a sinistra. Vai alla seconda porta a sinistra e ti rimandano a quella del piano di sotto; al piano di sotto ti dicono che devi ripassare perché quello riceve solo il martedì e tu sei andato il lunedì. Insomma vai da questo, ti manda da un altro, esponi il caso a quest’altro, occorre una istanza superiore. Vai dal superiore e ti accorgi che ne ha altri sopra di sé. E’ mai possibile poter parlare con chi ha piena autorità o ci si deve adattare sempre a strappare raccomandazioni, mezzi consensi, pareri? Se questo poi capita per la tua salute o per la tua stessa vita, il problema è ancora più serio. C’è qualcuno che può dire sulla mia vita qualche parola definitiva?

Capitava così anche agli ebrei. La religione era arrivata a un punto di non ritorno. I riti erano freddi, la gente andava in sinagoga, in chiesa diremmo noi, ascoltava la Parola di Dio, ma pareva una parola spenta, ingessata. Occorreva tornare a sperare e la speranza non poteva nascere dalla routine, dalla ripetitività, dal sentito dire.  Ormai quando parlavano gli scribi davano l’impressione di chi inizia un discorso con “mi dicono di dire”. Come il presentatore televisivo, che sarà molto brillante, ma ha sempre in mano una maledetta scaletta in cui altri hanno scritto quello che deve fare, non solo, ma ha una auricolare attraverso cui gli sparano nell’orecchio anche le battute da dire.

Anche gli scribi avevano una sorta di regia che dovevano seguire. Era la regia del riportare fedelmente i versetti della torah, di chiosarli con i pareri autorevoli della scuola rabbinica da cui provenivano, ne riportavano le flessioni, i punti e le virgole, portavano a conoscenza la sapienza concentrata nei commentari.

Veniva spesso il dubbio che ci credessero, che si battessero per qualcosa di nuovo, di importante, di inedito. L’elogio migliore che si poteva fare di uno di loro era: “non profferì mai una parola che non avesse imparato dal suo maestro”. Mai una volta “io vi dico che… è stato detto sempre che, ma io… Sicuramente molto fedeli, ma senza autorità.

Quando si presenta Gesù invece è tutta un’altra cosa. Lui è diverso: intanto parla in prima persona, non si mette a dire: mi dicono di dirvi… oppure: secondo i pareri più importanti che sono stati espressi su questo argomento sembra utile, tenendo conto delle varie situazioni che … Gli va qualcuno a chiedere se c’è una speranza nella vita e lui non risponde: vediamo che cosa dicono gli altri. Lui dice: Io sono la via, la verità e la vita; Lui parla in prima persona. A chi ha terrore della morte Lui dice: Io sono la risurrezione e la vita e lo dimostra con la risurrezione di Lazzaro, del figlio unico di quella mamma vedova, soprattutto lo dimostrerà con la sua risurrezione, con la sua vittoria sulla morte. Gesù non ha una autorità di professione anche molto curata, ma sempre imparata: Lui è l’autorità, la sorgente del suo dire e del suo potere.  Dice perentorio: taci, esci da quest’uomo! Esci, non ti chiedo per favore. Non ammette discussioni e Satana sopraffatto non osa resistere. Anzi i demoni hanno paura.

Torniamo al nostro caso che abbiamo detto prima.  Finalmente dopo tanti giri trovi la porta giusta. Resti impressionato quando finalmente sei arrivato per risolvere il tuo problema davanti a chi se ne intende, ha potere e lo risolve senza contorsioni, né rimandi. Non ti fa più girare né di qua né di là, ma ha lui l’autorità di aprire tutte le porte. Questa è stata l’impressione che ne hanno ricavato i primi ascoltatori di Gesù. Lui parlava con autorità, non vendeva speranze a buon mercato, ma era lui la speranza; non cercava mediazioni, ma offriva soluzioni. Lui era ed è la porta della vita, la parola definitiva, assoluta, potente. E’ Lui la sorgente del nostro essere e ha in mano tutti i segreti della nostra felicità. Per chi cerca ragioni di vita questa è l’unica strada possibile e noi con Gesù la possiamo percorrere.

28 Gennaio
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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