Una riflessione secondo Giovanni (Gv 16, 5-11)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».
L’esperienza del cristiano ha dovuto presto fare i conti con il termine della vita umana di Gesù sulla Terra. Con la morte e risurrezione il suo stare sulla terra da uomo è terminato. La partenza di Gesù non solo era un bene per i discepoli, ma era necessaria. Lui sta parlando con loro della sua morte e se non muore non sarà inviato nel mondo il Consolatore e il senso della morte di Cristo ce lo può far capire solo lo Spirito Consolatore. Solo alla luce dello Spirito i discepoli e noi possiamo capire la figura e la storia di Gesù. Se dobbiamo essere testimoni di Cristo, dobbiamo essere illuminati dallo Spirito per sapere con chiarezza chi è Gesù, che cosa ha significato la sua presenza nell’umanità, quale è stato il senso della morte e resurrezione di Gesù.
Ogni cristiano, ce lo dice anche la storia recente di tutti i giorni, subirà persecuzioni, che sarebbero intollerabili se non fossimo convinti e sicuri delle ragioni per cui ci perseguitano. Il chi è Gesù per noi e per l’umanità è sempre un regalo di Dio attraverso lo Spirito. Infatti, il compito che Dio Padre gli ha dato è stato triplice: convincerci del peccato, della giustizia e del giudizio
Del peccato: lo Spirito dice che il peccato con la morte e risurrezione di Gesù è stato prescritto e condannato. Gesù è il vero innocente, contro tutte le falsità dei giudizi umani, sia dei farisei, che dei Romani. Le sedute dei tribunali sia religioso con Anna e Caifa, sia civile con Pilato sono state delle farse omicide
Della giustizia: lo Spirito ci garantisce che la causa di Gesù, come quella dei credenti è giusta. Gesù è tornato dal Padre, nel luogo da cui era venuto. La sua sarà sempre la lontananza di un presente, o meglio, la presenza di un lontano.
Del giudizio: Gesù sarà sempre nella chiesa un ricordo permanente del giudizio condannatorio che è riservato al mondo incredulo o chiuso nella sua sufficienza e arroganza che non ammette ingerenze di nessuno, neppure di Dio, nella vita umana.
Sono verità abbastanza chiare che devono far parte della nostra coscienza di credenti in Gesù Cristo morto e risorto per noi.
7 Maggio 2024
+Domenico