Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 1-12)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».
Non so se avete mai fatto caso, soprattutto quando avete comperato la vostra prima automobile, al quadrante che segna la velocità, i Km che l’automobile può fare all’ora … c’è sempre scritto un numero spropositato: 200 Km/h oppure 250 Km/h.
Vi sarà capitato anche ingenuamente, su qualche rettilineo, in discesa, quando proprio non c’è nessuno, a motore caldo, di fare una pazzia: di premere al massimo l’acceleratore, contro tutte le indicazioni di meccanici, di amici, nonostante i limiti di velocità, la paura di essere giustamente beccato dalla polizia stradale, di vedere insomma se questa lancetta della velocità, se questa automobile giunge fino al limite stabilito dal quadrante … rieni le marce al massimo: terza, quarta, quinta, fai crescere i giri del motore… rumore assordante, perdita di stabilità, vibrazioni sospette ti fanno – forse – desistere.
Non arriverà mai a quella velocità.
Sul quadrante è stato scritto 250 Km/h, ma l’ultima marcia che hai inserito non ha nessuna possibilità di portarti a quel risultato … vorresti cambiare marcia, ma non ce n’è più … dobbiamo concludere che era un comprensibile inganno aver scritto una velocità così spropositata e meno male!
È forse questa la sensazione che noi abbiamo quando leggiamo o sentiamo il discorso della montagna che ha fatto Gesù: Gesù, vedendo che c’era tanta gente, salì sopra uno spuntone di terra, si sedette e cominciò a parlare … direi io, cominciò a scrivere nella mia vita, nella tua, nella esistenza di ogni persona; se mi permettete di parlare così: cominciò a scrivere la velocità massima della nostra vita, il massimo di bontà, di felicità, di bene, di generosità cui possiamo aspirare … ha cominciato a scrivere il quadrante delle nostre possibilità.
Ma non è che anche a noi capiterà la stessa sorte dell’automobile?! Che Dio ci abbia scritto un massimo per ingannarci, per farci sentire piccoli, per schiacciarci nelle nostre debolezze … ricordo la rabbia, l’umiliazione quando giravo con la mitica Fiat 500 e in autostrada c’era scritto, indicando la corsia più a destra possibile, “piccole cilindrate viaggiate qui”.
Le cose grandi cui Dio ci chiama sono per dirci:”Piccolo uomo, piccola donna, ragazzo o ragazza, giovane o vecchio accontentati?”.
Il discorso della montagna dice che quando tu, ragazzo, ragazza, giovane adulto anziano o anziana, ti apri a Dio, ti metti in contatto con Gesù, aderisci a Lui, ti butti nella sua amicizia, ti fidi di Lui … solo a questo punto scoprirai che hai quella marcia in più che ti permette, non solo di arrivare al massimo della tua vita, del tuo quadrante, ma di spostarlo pure in avanti di tanti km/ora in più, perché la forza che ti dà il Signore e la bellezza della tua vita avrà dell’impossibile.
E nella vita, se andremo al massimo della capacità di bene, non dobbiamo temere multe per limiti di velocità o di attentare alla vita altrui, anzi… ne avrà vantaggio chiunque ci incontra.
10 Giugno 2024
+Domenico