Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 17-19)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.
In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
Siamo in tempi di grandi cambiamenti, ancora più destabilizzanti perché avvengono in fretta. Noi adulti facciamo fatica a adattarci. Ieri i nostri genitori ci facevano da maestri per tutte le cose della vita, oggi con i giovani dobbiamo farci insegnare tutto: a fare gli sms sul cellulare, a usare il computer, a leggere Internet, a fare la spesa più conveniente, a impostare la stessa azienda. Ma papà non si fa più così oggi. Sei fermo ancora al secolo scorso. È vero anche se non sono passati ancora 25 anni. Quello però che ci mette più in difficoltà è questa liquidazione del passato, questo continuo orientarsi al moderno quasi fosse per natura sua sempre più adatto, più bello, più vero perché è di oggi.
Gesù vive in tempi di grandi cambiamenti, di assoluta novità. È Lui che lo provoca, è lui che continuamente annuncia la buona notizia, la novità assoluta, la presenza di Dio nel mondo nella sua persona. Lui è il nuovo per eccellenza e spinge gli uomini a cambiare tutto, a fare nuove tutte le cose, a non vivere di pezze come sempre ci si accontenta di fare.
Ma una cosa chiara dice Gesù: il nuovo che lui porta non è trascurare la legge che Dio da sempre ha scritto nel cuore degli uomini, non è liquidare il passato con il suo bagaglio di esperienze necessarie per capire il futuro. Lui non disprezza nessun comandamento che Dio nella sua delicatissima pedagogia ha voluto come tappe di un cammino di crescita. Si mette nella stessa linea e la porta a compimento.
I figli portano a compimento ciò che i genitori hanno iniziato e lo volgono al meglio, come appare alle loro nuove esperienze, non disprezzano il passato, le tradizioni; sanno andare in profondità a cercare le ragioni che hanno dato calore a quei comportamenti che oggi nella loro attuazione sembrano superati, ma sempre utili per superare eventuali semplificazioni o sviste. Il mondo va avanti così. Il presente è la necessaria elaborazione del passato per creare un vero futuro, è il discernimento di tutti le energie, i doni che Dio ha fatto crescere nella storia per far crescere il suo Regno. La speranza è proprio basata sulla certezza che Dio sta sotto questa continuità e la fa crescere verso nuove mete. A noi apprezzarle, non buttarle e imparare nuove soluzioni, tenendo conto di un creato che dobbiamo sempre curare e custodire.
12 Giugno 2024
+Domenico