La fede ci fa vedere Dio nella nostra storia concreta

Una riflessione sul Vangelo secondo Marco (Mc 6,1-6)

Siamo un po’ strani come persone: quando siamo chiamati a credere ci portiamo sempre in un mondo non nostro, non quotidiano.

Abbiamo bisogno di cose grandiose, di fatti eccezionali, possibilmente inspiegabili, meglio ancora se favolosi.

Così è stata anche la mentalità dei compaesani di Gesù: Non riuscivano a credere che Dio si potesse manifestare in questo carpentiere, in questo semplice compaesano di cui tutti potevano dire data di nascita, famiglia, mestiere, abitudini, complicità.

Dio si manifesterebbe in questo giovane qualunque, in questo Gesù di cui si sa tutto?  

Ogni volta che siamo chiamati a fare un salto di qualità nella nostra vita per vivere la fede abbiamo bisogno di uscire dalle frontiere che la nostra vita quotidiana delimita e impone: Rischiamo di rifiutare Cristo e di imitare le durezze di cuore dei nazareni, che faceva fatica anche Gesù a capire ogni volta che mettiamo in atto una attesa straordinaria, un misticismo facile una sacralità forzata.

E’ la persona di ogni giorno che deve essere misurata sul metro di Dio e riconosciuta in Lui.

I compaesani di Gesù ammettono facilmente che le cose dette da Gesù e fatte da lui non hanno origine umana, sono un dono dall’alto, ma non riescono a capire che Dio sia strettamente legato a un uomo concreto.

Che Dio abbia agito in maniera definiva nella persona e nell’azione di Gesù è scandaloso.  

Ecco perchè anche nella nostra testa la rivelazione di Dio è sentita come un attacco alla nostra mondanità e carnalità: La carne e il sangue, la patria, il colore della pelle, il buon senso non superano lo scandalo della nostra fede che ci dice che la Parola di Dio si è fatta carne.

Dio non è il Signore astratto, generale della storia: Dio è scritto dentro un pezzo di storia concreta, in un brano di storia, quella di Gesù e da lì tutti vogliamo e dobbiamo passare.

Dio nessuno l’ha mai visto: Gesù ce ne ha fatto fare esperienza decisiva.

Così anche da noi oggi questo Gesù rischia di essere confinato in una sua umanità passata, invece che essere ancora oggi e sempre il vero volto di Dio, la nostra salvezza. 

5 Febbraio 2020
+Domenico