Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 8, 19-21)
In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti».
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».
Audio della riflessione.
La famiglia oggi è molto penalizzata, se non disprezzata, ma la tendenza è quella di continuare a crearne imitazioni. C’è qualcosa di impareggiabile nel rapporto parentale tra più persone, di sesso diverso e di età diverse, caratteristiche anche molto distanti, ma con un sentimento e un cumulo di emozioni che cementano le relazioni, le rendono belle, e spesso risolutive di situazioni difficili per alcuni membri, per alcuni periodi (cfr crisi economica, malattie, disgrazie) per molteplici esigenze che insorgono senza averle progettate o previste.
Anche Gesù aveva una famiglia, anche se molto originale; abitava a Nazaret, vi ci è vissuto per non pochi anni, ne ha avuto una ottima educazione. Ad età matura lascia la famiglia perché nessuno lo ferma nel suo progetto di vita e nella sua missione. Deve annunciare il Regno di Dio e non può non mettere tutto al suo servizio.
Un giorno però è la famiglia che cerca Gesù. Cafarnao non era troppo distante da Nazaret e di Gesù si sentiva parlare fin troppo, creando di lui una fotografia di persona non troppo calma e forse anche un po’ fuori di testa (è l’evangelista Marco che lo dice). E’ una visita di soccorso, di ricupero, di protezione amorevole; non è che lo vogliono soprattutto vedere, ma portare a casa. Avevano paura perché si esponeva troppo a parlare al popolo creando preoccupazioni per l’occupante romano che temeva sempre sedizioni.
“Tua madre ed i tuoi fratelli sono fuori e desiderano vederti”. La reazione di Gesù è chiara e Marco ancora più concreto: Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre. La cosa bella è che Gesù allarga la famiglia, a quella che viene creata dalla Parola di Dio e non solo da legami di sangue. Del resto che aveva detto Giovanni all’inizio del suo vangelo? “A quanti l’hanno accolto ha dato il potere di essere figli di Dio e così a tutti quelli che credono nel suo nome”. Nasce una nuova famiglia, una nuova comunione di affetti e sentimenti, legami e progetti, di generosità e di dedizione, di presa in carico e di sostegno.
Tutti figli dello stesso Padre come lo è la famiglia. Era in atto contestualmente una esagerata appartenenza a clan, a fazioni e Gesù vuole assolutamente che le persone si riuniscano in comunità. Lo esigeva il Regno di Dio che non poteva esistere se non in un clima di famiglia, ma allargata a una comunità, capace di aprirsi alle esigenze del Regno di Dio. Il difetto di chiudersi è vecchio come il cristianesimo.
Papa Francesco ce la mette tutta per aprirci, per uscire, per allargare il concetto di popolo di Dio a una grande famiglia, a una comunità. E questa ce la dobbiamo sentire regalata da Dio stesso con la sua parola e con la fede.
26 Settembre
+Domenico