Nella vita Cristiana occorre vivere un’attesa

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 22,34-40)  

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Audio della riflessione.

Ci sono dei periodi nella vita in cui le uniche cose che ti interessano sono quelle concrete, quelle che vedi, che tocchi, che possiedi. Rischi di farti ingoiare dal fare, dalle cose, dal denaro, dalle realizzazioni. Tutto quello che ha senso nella vita è qui dentro ben percepibile, palpabile. È immanente.  

In altri periodi invece hai bisogno di aria fresca, di poesia; hai sete di cose che non finiscono, di spiritualità; vedi fino all’evidenza che il senso non sta nelle cose, che quattro soldi non possono decidere tutto, che la tua vita è portata sulle mani di qualcuno che sta oltre. Hai bisogno di un trascendente. O ti schiacci su un orizzonte o ti astrai in una fuga.  

Era anche questa la domanda che la gente faceva a Gesù. Tu che te ne intendi, che dici parole che vanno dritte al cuore, ci aiuti a trovare la strada vera della vita? Siamo condannati a restare divisi in cerca di fragili equilibri che non ci lasciano mai soddisfatti o ci puoi indicare la strada vera della vita? Sono le cose che ci misurano o è possibile una fuga almeno consolatoria? 

E Gesù: amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente… Amerai il prossimo tuo come te stesso. Se hanno un senso le vostre tradizioni, se ha un senso quella legge che tanto venerate, se ha un significato per noi quanto ci hanno detto i Profeti è solo perché vi dicono questo.  

Né trascendenza, né immanenza, ma trasparenza. A Dio devi giungere, ma lo incontri se passi dall’uomo! L’uomo devi servire, ma non ti puoi fermare, lui è trasparenza di Dio, immagine, continuo rimando a lui. L’uomo vivente è gloria di Dio e vita dell’uomo è la visione di Dio, diceva S. Ireneo.  

È un modo originale di pensare Dio, di pensare la vita, di vivere atteggiamenti religiosi. Nel cristianesimo non c’è spazio per la fuga dalla vita né timore di restarne imprigionati, c’è sempre una trasparenza da guadagnare, un Dio da incontrare nell’uomo e un uomo da vedere in filigrana in Dio. Per questo il segreto della vita è l’amore, l’azione più alta in cui possiamo identificarci, sicuri che se è vero amore non è né una fuga, né una prigione ma la vita stessa di Dio, che ogni persona può sperimentare già oggi. 

29 Ottobre
+Domenico

Il cristiano sa di dover essere sempre un cittadino onesto

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 22,15-21)

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

Audio della riflessione.

Ci domandiamo spesso in questi tempi che funzione ha la religione nella vita dell’uomo. Per qualcuno è una debolezza della capacità di ragionare, per altri è una sensazione insopprimibile cui dare un volto; per molti è una abitudine sociale creata ad arte per attutire le passioni. Per molti invece è ancora una dimensione della vita con una sua dignità. Forse oggi un certo positivismo materialista, che non ritiene degno dell’uomo accettare quello che non si può dimostrare quello che non è falsificabile si dice per chi se ne intende, lascia spazio a una ricerca meno ideologica, intellettualmente onesta e umanamente sensata.  

Una domanda ineludibile però è: come gioca la scelta di una fede con la vita di uno stato, con le leggi di una nazione Era forse una domanda sopita, perché troppo sbrigativamente si era liquidata la religione come un rimasuglio di ignoranza e la si era relegata a faccenda del tutto privata. Al massimo poteva essere vista solo come funzionale all’ordine costituito e per questo ancora più snaturata. Oggi invece è una domanda attuale per le altre religioni che si affacciano sulla nostra Europa con tutte queste emigrazioni non facilmente ospitabili. 

A Gesù un giorno sono proprio andati a chiedere: ma che c’entra la religione con le nostre leggi? che dici di questa schiavitù cui ci sottomettono i romani? Continui a predicare belle cose, ma alla prova dei fatti o si è talebani o la religione è un soprammobile, o serve a far la guerra a chi ci toglie libertà, o ci aiuta a liquidare i terroristi oppure che ci sta a fare? Usano una moneta per riassumere la diatriba e l’inganno. È lecito pagare il tributo a Cesare? E Gesù: dopo aver coinvolto chi gli domandava nel farsi dire di chi era l’effigie stampata sulla moneta, riconoscendola tutti come l’effigie dell’imperatore romano disse: date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio. 

Riconosce Gesù che ci sono i diritti dello Stato e quando lo Stato rimane nel suo ambito i suoi diritti diventano doveri di coscienza anche per il credente, e non occorre che lo Stato sia governato da cristiani per far scattare l’obbligo. I cristiani non giocano nello Stato, ma lo servono. Non ci sono mai scuse per chi non paga le tasse o ruba allo stato.   

Ma lo Stato non può arrogarsi i diritti che competono a Dio, non può assorbire tutto l’uomo, non può sostituirsi alla coscienza, che ha il diritto di essere riconosciuta al di sopra delle leggi. Spesso lo Stato, meglio ancora la finanza, diventa l’assoluto, crede di essere una vecchia religione onnicomprensiva e si crea i suoi talebani. 

La radice della libertà di coscienza è il riconoscimento del primato di Dio. 

22 Ottobre
+Domenico

Dio vive di inviti alla sua gioia completa e supera i nostri spregevoli rifiuti  

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 22, 1-14)

In quel tempo, Gesù riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

Audio della riflessione.

Il senso del nostro vivere sarà sempre un grande e affascinante mistero. Qualcuno ci dovrà sempre aiutare a capire perché un giorno abbiamo cominciato a vivere, come questa vita che ci sembra tanto fragile non si spegnerà più, ma rimarrà indelebile nell’universo; c’è stato qualcuno che ci ha chiamato all’esistenza o siamo frutto di una combinazione tra le infinite possibili? 

Non solo questa vita non è nata a caso, ma questa nostra esistenza è un invito per ogni donna e per ogni uomo a un banchetto di nozze. Non siamo nel mondo a caso e non ci siamo senza meta. Non solo, ma la vita dell’uomo sulla terra si configura come regno di Dio, come regalo di amore di un Padre. Il Padre che invita è disposto a tutto, anche a sentirsi rifiutato, ma il suo invito tramite Gesù deve arrivare a tutti. Accettare la vita, quando non sapevamo che cosa era, è stato facile. Ci siamo mostrati subito entusiasti, esigenti, egocentrici, attaccati; non abbiamo detto di no. Da bambini ci ha pensato l’istinto della conservazione a sostenerci, l’amore di chi ci ha generato a coltivarci. Poi viene per tutti l’invito a un salto di qualità. Ci stai a fare della tua vita un dono? Un’opera d’arte? ci stai a passare dall’istinto all’amore, dalla necessità al progetto, dalla dipendenza obbligata alla collaborazione, dalla barbarie dell’egoismo alla civiltà dell’amore? E’ l’invito a nozze del vangelo, è la passione d’amore incontenibile che ha riempito la vita di Gesù, che lo ha portato sulla croce. 

E sono cominciate le nostre risposte: ma io che ci guadagno a lasciare i miei affari, a uscire dal mio comodo loculo, a tagliare le fasciature dorate delle mie abitudini? Perché non mi posso costruire i miei piaceri, o godere la mia sessualità, o accumulare soldi e comprare affetti? Perché non bado solo ai fatti miei e mi costruisco il mio regno, il mio mondo? 

La vita non è più stata vista come un invito, ma come un possesso. Due tappi alle orecchie, due mani sugli occhi, e una pietra al posto del cuore. Voi pensate che Dio si scoraggi? Accetti i nostri rifiuti? Ci lascia liberi, ma va oltre i nostri dinieghi e manda a raccattare storpi, ciechi, senza fissa dimora 

Ma la forza di Dio è inarrestabile non pone condizioni; al suo banchetto ci possono stare tutti. L’invito deve arrivare, non c’è ufficio postale che seleziona, la sua mailing list ha gli indirizzi di tutti. Nessuno può fare da filtro, soprattutto quelli che hanno accettato il suo invito. Con chi lo segue è esigente, nessuno può illudersi di sentirsi a posto. La vita è sempre una sorpresa, si porta dentro sfide nuove. Se poi questo banchetto è la vita cristiana, è l’esperienza di una comunità credente, è la vita di fede, questa ha sempre bisogno di prendere il largo, ha bisogno di conversione, di vigilanza, di misura alta. Noi vogliamo vivere questa misura alta della vita cristiana; in questa celebrazione festiva, che non sempre tutti viviamo nelle nostre comunità, o in famiglia, vogliamo invocare Dio perché in Gesù morto e risorto ci illumini il cammino, sostenga tutti noi, le nostre famiglie e associazioni, le orienti a compiere sempre la sua volontà, a costruire il suo regno. 

15 Ottobre
+Domenico

Chi devo essere per vivere da Cristiano?

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 22, 34-40)

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «”Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Audio della riflessione.

Ci viene spesso spontanea la domanda: quale è il punto più importante della vita cristiana? Chi è il vero cristiano? E’ chi va a messa? È chi paga le tasse? È chi si comporta bene? Chi non ruba? Chi fa il suo dovere? La tentazione di semplificare è tanta, anche se è giusto puntare sempre all’essenziale. Vorremmo forse un cristianesimo in pillole per potercelo sistemare una volta per tutte. Della serie: la mia vita è un’altra, ho tante preoccupazioni, tanti interessi, programmi, ideali. Non posso correre dietro ai preti, però è giusto avere qualche principio proprio per mettere a posto anche questo. Nella vita ci vuole una sorta di ordine.  

La fede è vista come uno dei tanti tasselli della vita, dei tanti obblighi, delle tante cose che purtroppo occorre mettere in conto perché prima o poi ci devi incappare: o i sacramenti dei figli, o il matrimonio, o qualche malattia, o la morte dei nonni, o qualche confraternita in cui hai amici o perché sei imparentato con qualche frate o suora…C’è qualcosa che posso fare senza troppo impegno e che mi mette il cuore in pace? 

Gesù è molto preciso, ma come sempre destabilizzante: il centro della vita cristiana non è qualcosa da fare, ma un modo di essere, per cui non è un gesto da compiere una volta per tutte così che ti sei messo a posto, ma è una vita di amore. E’ amare Dio. Amare Dio non è una preghierina del mattino, non è un soprammobile sul comodino, non è una scaramanzia da fare ogni giorno prima di salire in automobile. E’ mettere Dio al centro della vita. 

Ma ancora di più dice Gesù: essere cristiani è amare allo stesso modo anche il prossimo. Sapere che gli altri fanno parte della nostra vita e non posso vivere senza stabilire con loro rapporti di amore, di dono, di amicizia, di convivenza positiva e generosa.  

Chi voleva la formuletta mordi e fuggi, prendi e sigilla se la deve scordare. Essere cristiani è semplice, non è un insieme di adempimenti complicati, ma è vivere in modo completamente diverso da quanto ci suggerisce il mondo. E’ essere responsabili nei confronti di tutta la terra, l’umanità, la dignità umana, la bellezza e l’importanza di essere umani in pienezza in questo nuovo mondo che tenta di trasformarci in  numeri che contano solo perché consumano. 

Per questo la vita cristiana è una vita di speranza, perché sa puntare al cuore della costituzione di un modo di vivere: l’amore.

25 Agosto
+Domenico

 

Chi è il cristiano vero?

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 22, 34-40)

Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «”Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Audio della riflessione

Ci viene spesso spontanea la domanda: “quale è il punto più importante della vita cristiana?”

Chi è il vero cristiano? E’ chi va a messa? È chi paga le tasse? È chi si comporta bene? Chi non ruba? Chi fa il suo dovere?

La tentazione di semplificare è tanta, anche se è giusto puntare sempre all’essenziale: Vorremmo forse un cristianesimo in pillole per potercelo sistemare una volta per tutte … della serie: “la mia vita è un’altra, ho tante preoccupazioni, tanti interessi, programmi, ideali … non posso correre dietro ai preti …” però è giusto avere qualche principio proprio per mettere a posto anche questo: nella vita ci vuole una sorta di ordine!

La fede è vista come uno dei tanti tasselli dell’esistenza, dei tanti obblighi, delle tante cose che purtroppo occorre mettere in conto perché prima o poi ci devi incappare: o i sacramenti dei figli, o il matrimonio, o qualche malattia, o la morte dei nonni, o qualche confraternita in cui hai amici …. o perché sei imparentato con qualche frate o suora…

“C’è qualcosa che posso fare senza troppo impegno e che mi mette il cuore in pace?”.

Gesù è molto preciso, ma come sempre destabilizzante: il centro della vita cristiana non è qualcosa da fare, ma un modo di essere, per cui non è un gesto da compiere una volta per tutte così che ti sei messo a posto, ma è una vita di amore: è amare Dio! Amare Dio non è una preghierina del mattino, non è un soprammobile sul comodino, non è una scaramanzia da fare ogni giorno prima di salire in automobile … è mettere Dio al centro della vita!

E’ sorprendente e bello , il comando di amare Dio: fa tenerezza un Dio che insegue l’uomo per dirgli “ti do un comando, un ordine tassativo, grande e terribile: per favore voglimi bene, perché anch’io ti voglio bene”.

E’ un comando che indica una concezione sublime di Dio e dell’uomo: Dio è amore e l’uomo è fatto per amare Lui.

Il desiderio dell’uomo di essere simile a Dio è proprio lo stesso di Dio che lo ha creato come sua parte: diventiamo per amore ciò che Dio è per natura!

Ma ancora di più dice Gesù: essere cristiani è amare allo stesso modo anche il prossimo.

Sapere che gli altri fanno parte della nostra vita e non posso vivere senza stabilire con loro rapporti di amore, di dono, di amicizia, di convivenza positiva e generosa.

Chi voleva la formuletta “mordi e fuggi”, “prendi e sigilla” … se la deve scordare: essere cristiani è semplice, non è un insieme di adempimenti complicati, ma è vivere in modo completamente diverso da quanto ci suggerisce il mondo: per questo la vita cristiana è una vita di speranza, perché sa puntare al cuore della costituzione di un modo di vivere, e questo cuore è l’amore.

19 Agosto 2022
+Domenico

La vita è un invito alla festa con Dio Padre

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt. 22, 4-6) dal Vangelo giorno (Mt. 22, 1-14)

Lettura del Vangelo secondo Matteo

Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.

Audio della riflessione

Il senso del nostro vivere sarà sempre un grande e affascinante mistero: qualcuno ci dovrà sempre aiutare a capire perché un giorno abbiamo cominciato a vivere, come questa vita che ci sembra tanto fragile non si spegnerà più, ma rimarrà indelebile nell’universo … c’è stato qualcuno che ci ha chiamato all’esistenza o siamo frutto di una combinazione tra le infinite possibili?

Non solo questa vita non è nata a caso, ma questa nostra esistenza è un invito per ogni uomo e per ogni donna a un banchetto di nozze! Non siamo nel mondo a caso e non ci siamo senza meta! Non solo, ma la vita dell’uomo sulla terra si configura come regno di Dio, come regalo di amore di un Padre.

Accettare la vita, quando non sapevamo che cosa era, è stato facile: ci siamo mostrati subito entusiasti, esigenti, egocentrici, attaccati … non abbiamo detto di no! Da bambini ci ha pensato l’istinto della conservazione a sostenerci, l’amore di chi ci ha generato a coltivarci … poi viene per tutti  l’invito a un salto di qualità: “Ci stai a fare della tua vita un dono? Un’opera d’arte? ci stai a passare dall’istinto all’amore, dalla necessità al progetto, dalla dipendenza obbligata alla collaborazione, dalla barbarie dell’egoismo alla civiltà dell’amore?”.

E’ l’invito a nozze del Vangelo, è la passione d’amore incontenibile che ha riempito la vita di Gesù, che lo ha portato sulla croce … e sono cominciate le nostre risposte: “ma io che ci guadagno a lasciare i miei affari, a uscire dal mio comodo loculo, a tagliare le fasciature dorate delle mie abitudini? Perché non mi posso costruire i miei piaceri, o godere la mia sessualità, o accumulare soldi e comprare affetti? Perché non bado solo ai fatti miei e mi costruisco il mio regno, il mio mondo?”.

La vita non è più stata vista come un invito, ma come un possesso: due tappi alle orecchie, due mani sugli occhi, e una pietra al posto del cuore!

Ma la forza di Dio è inarrestabile, non pone condizioni: al suo banchetto ci possono stare tutti. L’invito deve arrivare, non c’è ufficio postale che seleziona, la sua mailing list ha gli indirizzi di tutti! Nessuno può fare da filtro, soprattutto quelli che hanno accettato il suo invito.

Con chi lo segue è esigente: nessuno può illudersi di sentirsi a posto!

La vita è sempre una sorpresa, si porta dentro sfide nuove… se poi questo banchetto è la vita cristiana, è l’esperienza di una comunità credente, è la vita di fede … questa ha sempre bisogno di prendere il largo, ha bisogno di conversione, di vigilanza, di misura alta!

E noi anche oggi siamo chiamati a cercare e proporre modi di vivere questa misura alta della vita cristiana: vogliamo invocare Dio perché in Gesù morto e risorto ci illumini il cammino, sostenga le nostre famiglie, le aggregazioni, le comunità, le orienti tutte a compiere sempre la sua volontà, a costruire il suo regno.

18 Agosto 2022
+Domenico

Nessuna fuga e nessun rifugio: amare Dio e il prossimo

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 22,34-40)

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «”Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Audio della riflessione

Ci sono dei periodi nella vita in cui le uniche cose che ti interessano sono quelle concrete, quelle che vedi, che tocchi, che possiedi … rischi di farti ingoiare dal fare, dalle cose, dal denaro, dalle realizzazioni … tutto quello che ha senso nella vita è qui dentro ben percepibile, palpabile … è immanente!

In altri periodi invece hai bisogno di aria fresca, di poesia; hai sete di cose che non finiscono, di spiritualità: vedi fino all’evidenza che il senso non sta nelle cose, che quattro soldi non possono decidere tutto, che la tua vita è portata sulle mani di qualcuno che sta oltre: hai bisogno di un trascendente!

O ti schiacci su un orizzonte o ti astrai in una fuga.

Era anche questa la domanda che la gente faceva a Gesù: “Tu che te ne intendi, che dici parole che vanno dritte al cuore, ci aiuti a trovare la strada vera della vita? Siamo condannati a restare divisi in cerca di fragili equilibri che non ci lasciano mai, addirittura mai soddisfatti … o ci puoi indicare la strada vera della vita? Sono le cose che ci misurano o è possibile una fuga consolatoria?”

E Gesù “amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente… Amerai il prossimo tuo come te stesso. Se hanno un senso le vostre tradizioni, se ha un senso quella legge che tanto venerate, se ha un significato per noi quanto ci hanno detto i Profeti è solo perché vi dicono questo.”

Né trascendenza, né immanenza, ma trasparenza: a Dio devi giungere, ma lo incontri se passi dall’uomo! L’uomo devi servire, ma non ti puoi fermare: lui è trasparenza di Dio, immagine, continuo rimando a Lui!

L’uomo vivente è gloria di Dio e vita dell’uomo è la visione di Dio, diceva Sant’Ireneo: è un modo originale di pensare Dio, di pensare la vita, di vivere atteggiamenti religiosi.

Nel cristianesimo non c’è spazio per la fuga dalla vita … e nemmeno timore di restarne imprigionati, c’è sempre una trasparenza da guadagnare, un Dio da incontrare nell’uomo e un uomo da vedere in filigrana in Dio: per questo il segreto della vita è l’amore, l’azione più alta in cui possiamo identificarci, sicuri che se è vero amore non è né una fuga e tantomeno una prigione, ma è la vita stessa di Dio, che ogni persona può sperimentare già oggi.

20 Agosto 2021
+Domenico

Sei stato chiamato alla vita? rispondi, vacci, accoglila

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 22, 1-3) dal Vangelo del giorno (Mt 22, 1-14)

Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. 

Audio della riflessione

“Mi inviti a nozze” si dice quando qualcuno ti fa una proposta che sta già dentro i tuoi desideri, nelle tue aspirazioni, nei tuoi sogni, quando ti mette in un ambito in cui ti sai muovere al meglio, dove puoi esprimere tutte le tue qualità: sta proprio a significare che è una gioia esaudirla, è un regalo accoglierla questa proposta.

C’è qualcuno invece che a nozze non ci vuol andare: il vangelo parla di un re che invita tutti alle nozze del figlio, ma la festa va deserta … nessuno è disposto a regalare questa gioia al re, a dedicare tempo e allegria a questo suo figlio, e a condividere col re quanto …. questo passo importante per la sua famiglia che cresce e si moltiplica, a fargli compagnia in quel tanto di nostalgia che lo assalirà durante la festa per una vita che si stacca, diventa autonoma e si fa indipendente.

Nessuno accetta l’invito.

La vita intera è un grande invito a nozze e purtroppo molte persone rifiutano la vita, la sopportano, la disprezzano, non la tengono in conto: ne vedono l’impegno e lo evitano; ne vedono le prospettive, ma calcolano solo se sarà faticoso raggiungerle.

E il re vedendo che nessuno veniva alle nozze del figlio ,mandò per tutte le strade, per calli e campielli, per sentieri e siepi, per ponti e stazioni, mandò i suoi servi a chiamare i barboni, i senzatetto, tutti i disperati e abbandonati: quelli sì, sapevano apprezzare il suo dono!

Quanta gente ha voglia di vivere e glielo impediamo con la fame, con la guerra, con la schiavitù, con la violenza … e noi qui ad annoiarci, a drogarci, a vendere morte, a strillare per qualche sgarbo, mentre la maggioranza dei popoli ancora vive di stenti, e ci sa insegnare che la vita va sempre apprezzata, e al suo banchetto anche se povero val sempre la pena di partecipare.

Se poi la vita è la pienezza che ci scrive dentro Gesù, l’invito è da accogliere con il massimo della gioia, perché nella vita Dio non ci lascia mai.

Il senso del nostro vivere sarà sempre un grande e affascinante mistero: qualcuno ci dovrà sempre aiutare a capire perché un giorno abbiamo cominciato a esistere, come questa vita che ci sembra tanto fragile non si spegnerà più, ma rimarrà indelebile nell’universo; c’è stato qualcuno che ci ha chiamato all’esistenza o siamo frutto di una combinazione tra le infinite possibili?

Non solo questa vita non è nata a caso, ma questa nostra esistenza è un invito per ogni uomo e per ogni donna a un banchetto di nozze: non siamo nel mondo a caso e non ci siamo senza meta. Non solo … ma la vita dell’uomo sulla terra si configura come regno di Dio, come regalo di amore di un Padre.

Accettare la vita, quando non sapevamo che cosa era, è stato facile: ci siamo mostrati subito entusiasti, esigenti, egocentrici, attaccati; non abbiamo detto di no! Da bambini ci ha pensato l’istinto della conservazione a sostenerci, l’amore di chi ci ha generato a coltivarci.

Poi … viene per tutti  l’invito a un salto di qualità: “Ci stai a fare della tua vita un dono? Un’opera d’arte? ci stai a passare dall’istinto all’amore, dalla necessità al progetto, dalla dipendenza obbligata alla collaborazione, dalla barbarie dell’egoismo alla civiltà dell’amore?”

E’ l’invito a nozze del Vangelo, è la passione d’amore incontenibile che ha riempito la vita di Gesù, che lo ha portato sulla croce.

E sono cominciate le nostre risposte: “ma io che ci guadagno a lasciare i miei affari, a uscire dal mio comodo loculo … comodo, a tagliare le fasciature dorate delle mie abitudini? Perché non mi posso costruire i miei piaceri, o godere la mia sessualità, o accumulare soldi e comprare affetti? Perché non bado solo ai fatti miei e mi costruisco il mio regno, il mio mondo?”

Ma la forza di Dio è inarrestabile: non pone condizioni! Al suo banchetto ci possono stare tutti! L’invito deve arrivare, non c’è ufficio postale che seleziona, la sua mailing list ha gli indirizzi di tutti. Nessuno può fare da filtro, soprattutto quelli che hanno già accettato il suo invito.

Con chi lo segue è esigente: nessuno può illudersi di sentirsi a posto!

La vita è sempre una sorpresa, si porta dentro sfide nuove … se poi questo banchetto è la vita cristiana, è l’esperienza di una comunità credente, è la vita di fede, questa ha sempre bisogno di prendere il largo, ha bisogno di conversione, di vigilanza e di misura alta.

19 Agosto 2021
+Domenico

La vita cristiana: né fuga, né prigione, ma trasparenza

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 22, 34-40)

Audio della riflessione

Ci sono dei periodi nella vita in cui le uniche cose che ti interessano sono quelle concrete, quelle che vedi, che tocchi, che possiedi. Rischi di farti ingoiare dal fare, dalle cose, dal denaro, dalle realizzazioni. Tutto quello che ha senso nella vita è qui dentro ben percepibile, palpabile. È immanente.

In altri periodi invece hai bisogno di aria fresca, di poesia: hai sete di cose che non finiscono, di spiritualità; vedi fino all’evidenza che il senso non sta nelle cose, che quattro soldi non possono decidere tutto, che la tua vita è portata sulle mani di qualcuno che sta oltre. Hai bisogno di un trascendente. O ti schiacci su un orizzonte o ti astrai in una fuga.

Era anche questa la domanda che la gente faceva a Gesù: “Tu che te ne intendi, che dici parole che vanno dritte al cuore, ci aiuti a trovare la strada vera della vita? Siamo condannati a restare divisi in cerca di fragili equilibri che non ci lasciano mai soddisfatti o ci puoi indicare la strada vera della vita? Sono le cose che ci misurano o è possibile una fuga consolatoria?”

E Gesù: “amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente… Amerai il prossimo tuo come te stesso. Se hanno un senso le vostre tradizioni, se ha un senso quella legge che tanto venerate, se ha un significato per noi quanto ci hanno detto i Profeti è solo perché vi dicono questo.”

Né trascendenza, né immanenza, ma trasparenza.

A Dio devi giungere, ma lo incontri se passi dall’uomo! L’uomo devi servire, ma non ti puoi fermare, lui è trasparenza di Dio, immagine, continuo rimando a lui. L’uomo vivente è gloria di Dio e vita dell’uomo è la visione di Dio, diceva S. Ireneo.

È un modo originale di pensare Dio, di pensare la vita, di vivere atteggiamenti religiosi. Nel cristianesimo non c’è spazio per la fuga dalla vita né timore di restarne imprigionati, c’è sempre una trasparenza da guadagnare, un Dio da incontrare nell’uomo e un uomo da vedere in filigrana in Dio. Per questo il segreto della vita è l’amore, l’azione più alta in cui possiamo identificarci, sicuri che se è vero amore non è né una fuga, né una prigione ma la vita stessa di Dio, che ogni persona può sperimentare già oggi.

25 Ottobre 2020
+Domenico

Stato e Chiesa, molte diatribe ideologiche e non veritiere

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 22,15-21)

Audio della riflessione

Ci domandiamo spesso in questi tempi che funzione ha la religione nella vita dell’uomo: per qualcuno è una debolezza della capacità di ragionare, per altri è una sensazione insopprimibile cui dare un volto; per molti è una abitudine sociale creata ad arte per attutire le passioni; per molti invece è ancora una dimensione della vita con una sua dignità.

Forse oggi un certo “positivismo materialista”, che non ritiene degno dell’uomo accettare quello che non si può dimostrare, quello che non è falsificabile si dice per chi se ne intende, questo lascia spazio a una ricerca meno ideologica, intellettualmente onesta e umanamente sensata.

Una domanda ineludibile però è: come gioca la scelta di una fede con la vita di uno stato, con le leggi di una nazione? Era forse una domanda sopita, perché troppo sbrigativamente si era liquidata la religione come un rimasuglio di ignoranza e la si era relegata a faccenda del tutto privata … al massimo poteva essere vista solo come funzionale all’ordine costituito e per questo ancora più snaturata.

Oggi invece è una domanda attuale per le altre religioni che si affacciano sulla nostra Europa con tutte queste emigrazioni non facilmente ospitabili.

A Gesù un giorno sono proprio andati a chiedere: ma che c’entra la religione con le nostre leggi? Che dici di questa schiavitù cui ci sottomettono  i romani? Continui a predicare belle cose, ma alla prova dei fatti o si è talebani o la religione è un soprammobile, o serve a far la guerra a chi ci toglie libertà, o ci aiuta a liquidare i terroristi, oppure che ci sta a fare?

Usano una moneta per riassumere la diatriba e l’inganno: “È lecito pagare il tributo a Cesare?” E Gesù: dopo aver coinvolto chi gli domandava nel farsi dire di chi era l’effigie stampata sulla moneta, riconoscendola tutti come l’effigie dell’imperatore romano disse: date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio.

Riconosce Gesù che ci sono i diritti dello Stato, e quando lo Stato rimane nel suo ambito i suoi diritti diventano doveri di coscienza anche per il credente, e non occorre che lo Stato sia governato da cristiani per far scattare l’obbligo.

I cristiani non giocano nello Stato, ma lo servono: non ci sono mai scuse per chi non paga le tasse o ruba allo stato … ma lo Stato non può arrogarsi i diritti che competono a Dio, non può assorbire tutto l’uomo, non può sostituirsi alla coscienza, che ha il diritto di essere riconosciuta al di sopra delle leggi.

Se lo stato come è giusto fa delle leggi, non è detto che siano sempre vere e buone e il credente le osserva in base alla sua coscienza: non per niente c’è l’obiezione di coscienza.

Se lo stato ammette l’aborto, il cristiano deve poter sempre non farlo, così se ammette l’eutanasia. Spesso lo Stato, meglio ancora la finanza, diventa l’assoluto, crede di essere una vecchia religione onnicomprensiva e si crea i suoi talebani.

La radice della libertà di coscienza è il riconoscimento del primato di Dio.

18 Ottobre 2020
+Domenico