La revisione del testo è l’ultimo passaggio da effettuare prima della pubblicazione; pur non essendo strettamente indispensabile, è in realtà opportuna per una questione sia di “uniformità di stile”, cioè per rendere tutti gli articoli stilisticamente “omologhi” e tali da lasciare l’impressione che siano stati pubblicati dalla stessa persona, che per “rifinire” il testo e correggere eventuali errori, di trascrizione o di punteggiatura, che per effettuare alcuni “opportuni” cambi di stile.
In tre anni di esperienza con questo servizio, approssimativamente mi sarà capitato di cambiare non più di dieci parole del testo, ed in ogni caso si è trattato quasi sempre di errori per i quali ho chiesto conferma a don Domenico.
Per il resto si è trattato di:
- Corregge la punteggiatura, ove necessario: sostituire qualche punto con punto e virgola e minimalitò di questo tipo.
- Correggere virgolette, aggiungendole dove era opportuno, eventualmente utilizzando le caporali per virgolette “nidificate”; laddove non si tratti di correzioni, servono per mettere in evidenza citazioni o termini usati “estensivamente”, laddove ad esempio termini che potrebbero dare adito a dubbi è opportuno che siano “stemperati” per “prevenire” eventuali “incomprensioni” … proprio come fatto in questo stesso punto.
- Introdurre “opportunamente” interruzioni di paragrafo, per rendere più fruibile blocchi di testo molto lunghi, specie pensando ad utilizzatori di telefonini e tablet.
- Aggiungere, eventualmente, qualche grassetto, lasciando invece il corsivo ad utilizzo esclusivamente della Parola e della firma, da introdurre sempre nel formato “19 Gennaio 2023, interruzione di linea (e non di paragrafo), +Domenico“; l’utilizzo dei grassetti sarebbe da considerarsi “eccezionale” e nei termini di non più di una/due volte per articolo, salvo eccezioni, per tentare di “sottolineare” dei concetti “chiave” dell’articolo e/o rendere il colorito di una lettura che non potrebbe altrimenti essere reso nel testo
Il contenuto di questa “specifica” andrebbe modificato il meno possibile, non tanto perché non si possa far di meglio (eventualmente aggiungendo) ma perché è lo stile che ho utilizzato per tre anni.
19 Gennaio 2023
Marco Piagentini