Abbiamo tutti una luce che ci definisce: l’occhio

Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore. La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!

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Quando noi vediamo qualcosa, il nostro occhio se ne fa una immagine che è solo nostra, non è uguale per tutti, e non crea in tutti le stesse reazioni, sentimenti, desideri, talvolta passioni, altre volte sentimenti buoni o desideri insani. L’immagine che ce ne facciamo dipende molto o in tutto da come siamo noi; che atteggiamenti abbiamo di fronte al prossimo, che tipo di rapporti stabiliamo di solito con le persone; se siamo in genere accoglienti sarà una immagine che approfondisce l’accoglienza, se invece siamo di natura misantropi, allora ci nasce subito in cuore una contrapposizione; se invece siamo abituati a vedere nelle persone sempre un dono, diventiamo accoglienti quasi a priori senza pensarci. Insomma il vangelo afferma che non c’è niente di male che ti può rovinare la vita entrando dentro di te, se tu sei limpido dentro, generoso, attento agli altri, di animo buono; qualcosa ti potrà recare  fastidio, ti sorprenderà, ti potrà anche far soffrire, ma sei tu che decide poi come affrontare la situazione, come vivere e offrire gesti di collaborazione, di prudenza, di  amicizia.

Nel vangelo la parola occhio si può ben sostituire con cuore; non si tratta cioè di un puro strumento ottico, ma di una componente fondamentale della vita umana. Non è semplicemente la finestra attraverso cui entra ciò che è fuori. E visto soprattutto come lucerna, è la luce che hai nel cuore, da esso esce e si proietta sulla vita. E’ dal di dentro che costruisco lo sguardo sulle cose. Uno vede con la luce del suo cuore, con l’amore che lo illumina. Il modo di guardare, valutare, pensare, sentire, camminare e fare dipende dall’occhio-cuore, che rende luminosa o oscura non solo la persona, ma anche la realtà che lo circonda, la vita che lo abita e lo sostiene.

Allora Gesù si dice di tenere pulito, chiaro il nostro occhio o meglio il nostro elaboratore di sguardi. C’è un occhio malato e cattivo che diffonde tenebra, c’è invece un occhio-cuore puro che riflette la luce del Signore. La luce è il principio della creazione: e la luce fu, la tenebra invece è  la voragine del nulla, che tutto mangia e seppellisce nella morte. Dio solo sa, quanto il mondo ha bisogno di sguardi puliti, non predatori, compassionevoli, non giustizieri, disposti a dare fiducia anche rischiando, non sempre e solo sospettosi e taglienti.

Lo sguardo di Gesù (e val la pena di passare in rassegna tutti i suoi sguardi d’amore (l’adultera, il lebbroso, i ciechi, Lazzaro, il ladro compagno di crocifissione, i due di Emmaus, non solo disperati, ma pure insolenti nei confronti della passione di Gesù….) ti riempie la vita di speranza e di gioia.

18 Giugno 2021
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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