Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 9, 36-37) dal Vangelo del giorno (Mt 9, 32-38)
Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!».
E’ brutta la sensazione di non sentirti di nessuno, di cercare indicazioni e non trovarle. Abbiamo provato tante volte nonostante i satellitari a sentirci soli in una grande città, poi però qualcuno cui chiedere lo incontri e si riesce a trovare la strada. Nella vita invece è più difficile perché sperimentiamo spesso che nessuno ti aiuta a vivere, ad avere indicazioni di rotta da seguire, non abbiamo princìpi cui ancorarci.
Si crede che navigare a vista sia meglio, ma si incappa in tante delusioni e errori, e ne basta uno da cui non puoi tornare indietro per segnarti tutta la vita. Molti giovani si trovano così per il matrimonio, molti per la scelta degli studi, altri per il modo di divertirsi. Hai sempre e solo attorno o giudizi che non ti rispettano o compiacimenti che ti deresponsabilizzano.
Gesù prova una grande compassione per la tanta gente che vede sola e abbandonata dalla vita, stanca e sfinita, pecore senza pastore abbandonate in balia del primo che capita. Questa impressione te la danno spesso i giovani: carichi di energie, pieni di vitalità, desiderosi di bene, pieni di sogni e di attese e purtroppo sbandati e sballati. Liberi, ma senza meta, intelligenti, ma annoiati. C’è qualcuno che si mette a disposizione di tutte le domande di vita, di pienezza, di verità che salgono dalle coscienze degli uomini? Certo ci sono tanti placebo, tante false risposte, ma soprattutto tanti assopimenti di coscienze. Si può dire che l’arte principale dell’uomo è di far tacere tutto quello che lo rende vivo e attivo per poterlo dominare, per incanalare le energie nel consumo e non nel dono.
Occorrono invece operai che vedono persone mature di fronte alla vita, gente che è capace di cogliere il sussurro che sale, interpretarlo e offrire accoglienza e proposta. La vita degli uomini non è un abbandono al niente, non è indifferenza, ma è una messe pronta per essere colta e offerta al Signore della vita. Annunciatori della sua Parola, testimoni della sua forza, raggi della sua luce, ascoltatori dei desideri di eternità lo devono essere tutti i cristiani.
Se qualcuno poi vuole imitare Gesù anche nel fare da guida, da pastore, da prete oltre che da operaio in questa bella ricerca di comunione, si compie il disegno di Dio sul mondo e abbiamo ancora di più la certezza che Dio sta sempre con noi.
Oggi veneriamo santa Maria Goretti, una ragazza ammazzata crudelmente per difendere il suo corpo, la sua verginità, l’integrità della sua vita e della sua fede. L’assassino aveva abitato per qualche tempo nella diocesi di Palestrina, come lei e aveva migrato senza pace come lei in cerca di lavoro. Il datore di lavoro assicurava loro nell’ultima migrazione fatta da Maria Goretti nelle paludi pontine: il chinino di stato, farina per il pane e una bara. La prima bara servì al papà, la sua difesa autorevole. Il suo assassino la uccise, ma Maria gli perdonò e si diede con lui appuntamento in cielo. Alla fine si convertì, si pentì e sicuramente Dio ascoltò il candore di Marietta come dono di vita eterna per l’assassino.
6 Luglio 2021
+Domenico