La pace che ci dona Gesù inizia col non adeguarsi mai al male

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 10, 34-11,1)

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Si pensa sempre che la fede cristiana sia una proposta di vita per persone deboli, docili, appiattite sulla remissività, amanti del quieto vivere, della routine e non invece per gente coraggiosa, decisa, forte, travolgente, volitiva, dura, amante del rischio, capace di cose grandi. Certo dipende da che cosa si intende per coraggio, forza, ardore e grinta.

Comunque Gesù non sembra proprio dia questa impressione di religione tranquilla quando dice: non son venuto a portare la pace, ma la spada; chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di me; ho un fuoco da portare nel mondo e ardo dal desiderio che tutto il mondo ne venga incendiato. La pace che lui porta, sfida il male, passa attraverso lotte acute, fa esplodere laceranti contraddizioni, è la pace dell’agnello sul quale si abbatte la violenza dei lupi, ben diversa dalla pace di chi si adegua al male. Deve essere capace di sopportare violenza e sacrificio, per molti anche la morte. La vita è da perdere, non solo perché siamo mortali, ma perché vivere è amare, amare è far dono della vita, dare amore gratuitamente, come lo si è ricevuto.

Essere cristiani è stare senza mezzi termini dalla sua parte, dalla parte del bene, del dono, del disinteresse, dell’amore. Il cristiano sa di avere davanti cose alte per cui impegnarsi, una vita da mettere a disposizione, un costo da pagare del quale non si spaventa. Chi non prende la sua croce  dietro a me non è degno di me. Gesù sa che la vita è sempre in salita, che le difficoltà sono in agguato sempre ad ogni passaggio, ad ogni decisione importante che si fa. E’ lui per primo che fa così, che abbandona tutto per il Regno di Dio, che si mette a disposizione del Padre; è lui che per primo non ha paura della croce, è Lui che rende la faccia dura come pietra di fronte a chi lo insulta e lo fa soffrire, è lui che non si attacca alla sua vita, ma la dona.

Il cristiano ha sempre davanti lui, coraggioso, ma mansueto; deciso, ma attento a non spegnere le piccole speranze che nascono nel cuore dell’uomo; duro contro il male, ma tenerissimo con il bisognoso. Chi avrà dato anche solo un  bicchiere d’acqua fresca a questi piccoli, non perderà la sua ricompensa, avrà parte al suo regno definitivo, sarà accolto nelle braccia del Padre.

Essere cristiani è così: è contemplare lui, vedere nel suo volto il Padre e  servirlo nei fratelli. Ma che speranza abbiamo di poter essere cristiani così? La certezza della sua presenza in noi con lo Spirito: la speranza di ogni nostro respiro quotidiano.

12 Luglio 2021
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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