Dio è il Dio dei deboli, non degli indifferenti

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 13, 31-35)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Audio della riflessione

La nostra società è tentata sempre di cose grandi e di sentimenti forti. Una grande riunione di massa, uno stadio pieno, una vittoria al mondiale, un dramma coinvolgente, sentimenti violenti e inaspettati, successi chiari e senza dubbi. Invece la nostra vita quotidiana si svolge tra una sequenza che ci sembra interminabile di ore normali, di gesti semplici ripetuti fino alla noia, di abitudini, di andate e ritorni, di levate mattutine e di rientri notturni. Ogni giorno occorre preparare il pranzo, rigovernare la casa, aprire e chiudere il cantiere, sistemare il negozio, far uscire e rientrare l’automobile… Per fortuna che tante cose le facciamo senza pensarci altrimenti ci assalirebbe una noia mortale. Ma è tutta qui la nostra vita?

Gesù dice che il regno dei cieli, il meglio della vita, il suo segreto, la sua grandezza, sta in un piccolo seme, gettato in un campo. E’ qualcosa che nessuno nota, che spunta indifeso, che rischia di essere calpestato da tutti, ma che ha in se una forza e una destinazione incoercibile. Diventa albero contro tutte le apparenze.

Il regno dei cieli è come un pizzico di lievito, qualcosa di invisibile, ma che movimenta tutta la pasta. Nella nostra realtà quotidiana Gesù ha messo tutta la forza per farla diventare la nostra felicità. Occorre guardarci dentro, non lasciarci trarre in inganno dalle cose grandi, chiassose, forti e violente. Dio agisce nella storia quotidiana, nasconde nei nostri passi giornalieri la sua forza e costruisce il mondo con la nostra povera, piccola, tenue, debole vita. E’ interessante vedere come da piccoli paesi, da borgate disperse sulla montagna senza orizzonte o nelle pianure senza confini, nascono persone che cambiano il mondo, uomini e donne che lievitano la realtà e la portano a pienezza. Dietro questi personaggi, ci sono stati una mamma, un papà, un prete, un insegnante, un nonno, una zia, che hanno amato nel silenzio, hanno voluto bene, si sono sacrificati, hanno scritto nella vita quotidiana un amore, tenace e pieno. Non hanno bisogno di apparire, basta loro essere se stessi.

Ecco, la speranza del mondo di Dio sta  nella semplicità di un seme che si porta dentro la forza incoercibile di Dio, e Dio si trova meglio a lavorare con la nostra debolezza, non con la nostra indifferenza.

I santi Gioacchino ed Anna, nonni di Gesù ci riportano a quella che da quest’anno si celebra alla festa dei nonni. Papa Francesco ci ripete spesso che la saggezza dei nonni è assolutamente necessaria per dare sale e sapore ad ogni esistenza e una solidarietà nonni e giovani aiuta a non pensare mai nessuno come scarto

26 Luglio 2021
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

Rispondi