Una finestra da cui guardare a Dio nella sua gloria

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc9, 28-29) dal Vangelo del giorno (Lc 9, 28b-36)

Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante.  Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia,

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Avere occhi limpidi per guardare al mondo è sempre una grande fortuna. Saper leggere sotto i fatti, gli accadimenti quello che essi profondamente significano è un dono, avere lo sguardo capace di penetrare il senso vero delle cose è un esercizio che ogni uomo deve essere capace di fare. Viviamo in un mondo che tende a chiudere gli orizzonti a quello che si tocca, al peso delle cose, alla loro funzionalità, e così lo diventano anche le persone. Siamo tutti calcolati a peso, a numero di autovetture che mettiamo in circolazione, a quantità di individui che salgono sul treno dei pendolari o sulle metropolitane; a numero di cellulare, a conto in banca, a numero di vaccini fatti, ci contano quando andiamo a uno stadio o a un concerto o a una festa. Certo c’è uno spazio che ingombriamo con il nostro corpo e qualcuno deve preoccuparsi anche di questo, ma la vita non è riducibile a quantità, a numeri, ad assembramenti. E’ una meravigliosa avventura che trascende la materialità delle cose, si apre a significati, a emozioni, a sentimenti, a progetti, a sogni. Non è possibile vivere se non in questa ulteriore dimensione del nostro essere persone.

E c’è un mistero nella nostra vita che è il mistero di Dio che va continuamente indagato, cercato, intuito, contemplato e scavato nelle pieghe dell’esistenza. E’ reale, ma nascosto; è invisibile, ma presente; è muto, ma sa aprire orizzonti ampi, gli unici degni della vita dell’uomo.

6 Agosto 2022
+Domenico

Gesù un giorno prende con sé tre discepoli; sono tre di cui si preoccupa particolarmente; li vuole aprire ai misteri della sua vita, li vuol alzare alle vertigini della sua divinità. Dovranno confortare gli altri per i giorni della sofferenza e della devastazione. Li porta su un monte e lì si dà a vedere per quello che è: il Figlio del Dio Altissimo, il Signore del cielo e della terra, il punto di arrivo della Legge  e dei profeti, il Santo di Israele. Per quei poveri discepoli è stato uno shock, una esperienza straordinaria del mistero di Dio, tanto che non se ne volevano più staccare. Questa è la beatitudine che ci hai promesso, questo è il lato vero della nostra vita e della nostra consuetudine con te; questo è quel regno di cui sempre di parli, questa è la vera terra promessa, che i nostri padri hanno sempre visto solo in figura; questa è la vera vita che tu sei venuto a portarci. Non ci far tornare indietro, lasciaci in questa perfezione.

Torneranno ancora sui loro faticosi passi quotidiani, ritroveranno i passi pesanti del vivere, avranno anche un di più di sofferenza, martirio compreso, ma avranno sempre una finestra da cui contemplare l’eternità.

Non possiamo non ricordare oggi il giorno della morte di san Paolo VI, del suo incontro glorioso con ilo Signore dei suoi sogni e dei suoi insegnamenti appassionati.

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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