Una esperienza di libertà vera

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo (Mt 17, 22-27)

In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati.
Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì».
Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei».
E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».

Audio della riflessione

E’ proprio un gran bel dono di Dio la libertà: il non sentirsi schiavo di nessuno, disporre di sé con il massimo di libertà esteriore e soprattutto interiore.

Nei primi tempi dei cristiani si vede come ogni persona si trovava rispettato nella sua libertà: nella comunità di Matteo, di origine giudaica c’era ancora la tentazione di osservare rigorosamente le leggi e le tradizioni ebraiche, rischiando di dimenticare la libertà del Vangelo e dei figli di Dio … dall’altra le nuove comunità che venivano dal paganesimo avevano un eccessivo uso della libertà propria senza badare a come si trovavano gli altri e quindi senza avere rispettare i loro comportamenti.

Qui – nel tratto di vangelo che stiamo leggendo – si trova un ottimo esempio di libertà cattolica, aperta sia a quelli che provenivano dal paganesimo che alle comunità di origine giudaica.

I cristiani, per sé, sono liberi dal pagare il tributo al tempio, come dalle leggi giudaiche; tuttavia per non scandalizzare i fratelli giudei, limitano la loro libertà per rispettare i loro correligionari … farà così anche Paolo rispetto alla carne immolata agli idoli … la libertà cristiana infatti non è né l’osservanza della legge propria dei religiosi e degli stoici, né la sua trasgressione, propria dei libertini: E’ la libertà di amare il fratello, è la legge di libertà che ha come criterio ciò che giova all’altro.

Curiosissimo questo Gesù che paga le tasse assieme al primo Papa, San pietro: i farisei dovevano mantenere il tempio efficiente, era una costruzione grandiosa, ma come tutte le cose belle hanno bisogno di grossi impegni di capitali per essere mantenute.

Fu così dopo tanti anni anche per la grande basilica di San Pietro: per costruirla hanno dato fondo a tutto, hanno racimolato offerte in tutto il mondo allora conosciuto, che era solo in pratica l’europa o poco più – il nuovo mondo non era ancora autonomo – e su questa basilica quanto si è detto e rimproverato alla Chiesa Cattolica.

Gesù va al tempio, ha appena detto che va a morire e gli si presentano a chiedere l’obolo che ogni pio ebreo era tenuto a versare …. strana cosa, ma anche oggi quando chiedi i contributi per mantenere la Chiesa si scatena ogni cattiveria possibile contro il Vaticano, e su su fino a Dio, che tuttosommato non ha bisogno di chiese, ma siamo noi che abbiamo bisogno di Lui!

Ebbene Gesù vede la stranezza di doversi pagare pure il tempio che hanno costruito per suo Padre … il figlio di Dio deve pure pagare chi gli rende lode, ma per non fare scandalo dice a Pietro di prendersi nella bocca di un pesce un denaro e di pagare per tutti e due.

Gesù paga le tasse, molto di più di tanti cristiani che non le pagano e si sentono tranquillamente a posto!

Pagare le tasse è sentirsi cittadini a pieno titolo, è comprendere di far parte di una comunità e dare il proprio contributo per la vita comune, per il bene comune, per la convivenza.

Certo, speso ci viene da pensare a come vengono usati i soldi dei contribuenti, ma la tassa forse più vera è quella di mettere a disposizione della comunità anche civile, oltre che cristiana, la propria intelligenza, il proprio cuore, la propria fede, perchè tutti ne possano godere.

Dobbiamo avere coraggio, nelle nostre chiese, di fare una “banca del tempo”, ove ognuno mette a disposizione se stesso per fare opere buone: questo fa nascere speranza, perchè è la vera solidarietà di cui tutti abbiamo bisogno.

8 Agosto 2022
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

Rispondi