Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 12,49-53)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera”.
Eccettuato qualche fanatico, in genere chi imposta la vita secondo una religione si pensa che sia un tipo calmo, tranquillo, uno che sta dalla parte dell’ordine, non offende nessuno, trattabile, fa parte del sistema insomma …
Non doveva essere proprio così Gesù: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; come vorrei che fosse già acceso” … E io non posso dimenticare che nella mia vita ci fu una domenica di agosto, quella della Giornata mondiale della gioventù dell’anno 2000, quando Papa an Giovanni Paolo II congedava i giovani di Tor Vergata con la parola di Santa Caterina da Siena: “Se sarete quello che dovete essere metterete fuoco in tutto il mondo!”. Aveva davanti a sé una assemblea gioiosa, festosa, entusiasta, decisa, di due milioni di giovani che aveva chiamato da tutto il mondo, per i quali aveva nella sua vecchiaia un testamento da affidare, un fuoco che gli bruciava dentro e lo voleva comunicare, quasi un mandato di tutta una vita spesa per l’umanità e soprattutto per i giovani.
Questo fuoco del vangelo, della fede cristiana, di Gesù lo dovete accendere in tutte le strade e gli spazi della vostra vita: allora il cristianesimo non è un tranquillante, non è la codificazione del “politicante corretto”, non è un galateo, non è buonismo …
“Non sono venuto a portare la pace, ma la spada” … allora è tutta rivoluzione, trasgressione, ribaltamento dell’ordine costituito? Anche nel mondo degli affetti, che è per eccellenza il luogo della “pace”, Gesù entra con forza e porta scompiglio.
Come sempre Gesù non lo si comprende con le nostre semplificazioni ideologiche, stringendolo nei nostri schemi di destra o di sinistra, di restaurazione o di rivoluzione: quando Lui c’è, la sua presenza non si somma, non si confonde, ma determina, cambia, porta a verità, colora, dà sapore, crea anche crisi perché la pace che Lui dona non è frutto di accomodamenti o di falsità … e per accogliere la sua pace, perché questa è il grande dono di Gesù agli uomini, è necessario a volte prendere delle decisioni dolorose.
Spesso sotto la copertura degli affetti anche all’interno della vita di coppia, della vita di famiglia si instaurano rapporti falsi, opprimenti, ingiusti.
Gesù porta alla verità di te stesso, alla verità delle relazioni, per questo porta scompiglio, fuoco che brucia il male, l’ingiustizia, i soprusi.
Gli uomini e le donne che con lui acquistano dignità. E’ un acquisto sempre a caro prezzo.
Chi paga e ha pagato per primo è Lui e il cristiano è un “trasgressivo” che porta su di sé la croce e non la impone mai agli altri.
14 Agosto 2022
+Domenico