Gesù chiama i suoi corresponsabili più stretti: gli apostoli

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 6, 12-13) dal Vangelo del giorno (Lc 6, 12-19)

Lettura del Vangelo secondo Luca

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli …

Audio della riflessione

Se hai un  ideale e non lo condividi con nessuno, presto verrà sotterrato. Se invece cominci a farlo conoscere, a farti aiutare a farlo diventare un progetto, una scelta coinvolgente, una meta in cui anche altri si riconoscono perché ha dato a loro gioia di vivere, voglia di impegnarsi, sogni di futuro, allora puoi sperare di dare un buon contributo alla vita di tutti. Può essere un progetto economico, una solidarietà da esprimere nei confronti di qualche povertà pesante o anche solo un modo di guardare alla vita che aiuta a sperare in un futuro migliore. Hai bisogno allora di altri che con te lavorano sodo, pensano progettano e tentano concretizzazioni.

E’ quello che ha fatto Gesù nel suo grande progetto di Regno di Dio. Già molte persone condividevano  le sue proposte, gli stavano sempre appresso,  lo aiutavano ad accogliere le persone, ascoltavano ogni sua parola e cominciavano ad organizzare la loro vita di fede secondo il nuovo stile del Regno di Dio. Gesù sente che qualcuno di questi deve fare qualcosa di più, deve stringersi a Lui con una decisione radicale di seguirlo e di cominciare ad annunciare la sua buona notizia, il vangelo

Il suo dialogo col Padre lo ha fatto diventare una notte di profonda preghiera, in contemplazione della profondità dell’amore che sgorga dal cuore della Trinità per leggere in essa le vite di dodici uomini tra i discepoli che lo seguivano, le loro libertà, i loro sogni, i desideri di spendersi per gli altri. Immagino la preghiera per Pietro, per tutti i suoi slanci e le sue debolezze, la preghiera per Giovanni, il ragazzo entusiasta e fragile, deciso e bisognoso di cura, di sostegno, di fiducia come tutti i giovani, penso alla decisione di assumersi il rischio di scegliere Giuda. Lo vedeva entusiasta per una causa, lo sapeva legato a una visione di mondo violento, ma ha voluto rischiare nel dialogo profondo con Dio di puntare sulla sua libertà. Li ha scelti, ma non li ha forzati, li ha amati in Dio Padre e non li ha plagiati. Ciascuno ha presentato a Gesù la sua vita aperta al suo messaggio e nella propria libertà ha risposto.

Tutti noi siamo chiamati così da Dio, nessun cristiano  è generico. Non siamo nel mondo a caso, ma soprattutto non siamo cristiani a caso, siamo sempre oggetto di nella scelta personale di  Gesù. Per noi c’è un piano suo, una vocazione, una vita da vivere in un certo modo. Lui ci ha pensati per la nostra missione in una notte di preghiera, sempre, con quel Dio che non ci abbandona mai.

Noi presbiteri ci sentiamo proprio scelti così. Abbiamo fatto parte delle preghiere di Gesù. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi.Ogni battezzato, deve sapere che ha alle spalle una chiamata personale  di Gesù, una corresponsabilità con Lui per vivere e aiutare a vivere la bella vita del Regno di Dio, là dove siamo o dove Lui ci chiama ad essere, con il nostro lavoro, la famiglia, la comunità cristiana, le responsabilità che dobbiamo assumerci.

E la prima scelta che Gesù ha fatto con i nuovi chiamati è stata di scendere dal monte, andando incontro agli uomini che lo aspettano in pianura nella vita concreta di ogni giorno.

6 Settembre 2022
+Domenico

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

Rispondi