Che significa allora seguire definitivamente Gesù?

Una riflessione sul Vangelo secondo Luca (Lc 9, 57-62)

In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

Audio della riflessione

Mettersi sulla strada della imitazione di una persona che ci ha entusiasmato, che abbiamo capito essere il nostro tipo, colui che ci dà vera soddisfazione esige certo degli impegni e se vogliamo essere come lui ci tocca fare talvolta i salti mortali. E’ così per diventare uno sportivo di valore, un atleta, uno scalatore, uno scopritore di invenzioni utili all’umanità, un pittore, un poeta…

Luca ci aiuta a seguire fino in fondo Gesù. A chi crede che seguire Gesù sia come andare a una festa, lui stesso ci dice “Il figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”. Ogni persona ha un suo posto nel mondo, la tana la volpe, il nido l’uccello, un maestro garantisce il successo a chi frequenta le sue lezioni… solo Gesù ha l’audacia di chiamare tutti e non offre a nessuno una ricompensa in questo mondo, perché la sua vita è diretta al Calvario. Non è possibile conciliare la sua sequela con i vecchi obblighi di questo mondo: aver cura del padre e comportarsi bene in famiglia. La risposta è tagliente: seguire Gesù comporta un sì assoluto, incondizionato, totale.

La verità delle nostre realtà mondane e la verità del Regno non si possono conciliare come due elementi di un’unica verità più ampia. La vocazione cristiana è l’invito per tutti ad avere in dono il regno di Dio e ad assumersi il suo destino di fedeltà e sofferenza. A chi ha il coraggio di accompagnarlo Lui offre quello che ha: la via della croce, la solitudine la sofferenza.

Il regno è superiore alla famiglia; l’amore di Dio sorpassa tutti gli strati dell’amore per i fratelli, per i genitori. Di fronte a Gesù occorre superare tutti gli strati dell’amore  per i fratelli, per i genitori, tutti i piani della vita dell’uomo nel mondo.

Solo quando si sarà scoperto questo mistero. Quando l’amore e la sofferenza del regno proposto da Gesù, il famoso regno di Dio, appariranno nella loro profondità trasformante e salvatrice, si comprenderà il valore del padre e della madre; allora non si offrirà loro il semplice affetto biologico e chiuso di una famiglia in questo mondo, ma tutto il mistero dell’amore profondo e distaccato che Gesù ci volle trasmettere.

Lo stesso vale per il mettere mano all’aratro che significa in gergo decidersi in modo totale e definitivo. Il regno di Gesù non è un miscuglio fra il si e il no, ma un accettare il rischio, il rischio del vangelo. Se si accetta questo rischio allora si può riconquistare la vera famiglia, per amare con tutto l’amore e il sacrificio che la via di Gesù ci ha offerto.

Il regno di Dio è una prospettiva di vita che non cancella i nostri sentimenti, gli affetti semplici e naturali, ma li fa più forti e più veri; questo solo vuol dire “più cristiani”. Sappiamo tutti che una vera vita di famiglia trova prima o poi il suo Calvario e lì c’è sicuramente Gesù che non ci lascia soli e senza grinta.

28 Settembre 2022
+Domenico

Trasmissione Radiofonica

Autore: +Domenico

Domenico Sigalini (Dello, 7 giugno 1942) è un vescovo e giornalista italiano, Vescovo emerito della sede suburbicaria di Palestrina. Una Biografia più esaustiva è disponibile su Cathopedia all'indirizzo https://it.cathopedia.org/wiki/Domenico_Sigalini

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